La notizia delle denunce contro il regista Giuseppe Tornatore per la scena della macellazione di un bovino in un mattatoio tunisino e gli accesi, per non dire violenti, botta e risposta che ne sono seguiti, hanno invaso ormai da diversi giorni i Tg, le pagine dei giornali, i forum e i blog piu’ visitati.
Baarìa, l’ultima mastodontica fatica di Tornatore, a detta di molti il suo miglior lavoro dai tempi di Nuovo cinema paradiso, rappresentera’ l’Italia alla notte degli Oscar, ma quest’opera fa e ha fatto molto parlar di se’ anche per altre ragioni. La sua proiezione a Venezia e nelle sale si e’, infatti, guadagnata insulti e vere e proprie denunce da parte delle principali associazioni animaliste italiane ed estere, prime fra tutte l’Enpa e la Lav, per aver inserito una scena senza dubbio di notevole impatto visivo, ma senza altrettanto dubbio estremamente violenta: quella della reale uccisione per sgozzamento e della successiva macellazione di un bovino in carne e ossa.
La denuncia e’ partita dal Presidente dell’Ente nazionale protezione animali, Carla Rocchi, che ha chiesto il ritiro dalle sale cinematografiche di Baarìa. La scena incriminata infatti non ha sollevato solo le proteste di numerose associazioni ambientaliste, ma anche di tanti cittadini, che l’hanno trovata cruenta e del tutto inutile, visto che, a loro parere, la stessa avrebbe potuto essere girata ricorrendo ad effetti speciali.
L’opinione di Tornatore, che in piu’ occasioni e’ intervenuto in propria difesa, e’ ovviamente del tutto diversa. Il regista ribatte dicendo che non solo non sarebbe stato possibile ricreare artificialmente lo stesso effetto, ma soprattutto ricorda che l’animale non e’ stato ucciso appositamente per la scena. Le riprese sono state effettuate, infatti, in un luogo dove ogni giorno, più volte al giorno, gli animali vengono ammazzati in quel modo.
Ma l’Enpa insiste. La pellicola non dovrebbe essere proiettata «anche per evitare che la scena in questione continui a produrre inutile sgomento, gratuito ribrezzo e profondo raccapriccio, non esclusi i bambini, in quanto tale “capolavoro” non e’ nemmeno vietato ai minori». L’Enpa propone anche «una formale denuncia-querela nei confronti di chiunque sara’ ritenuto responsabile dei reati di cui agli articoli 544bis e ter», che puniscono con la reclusione fino ad un anno e sei mesi chiunque provoca la morte di un animale per crudeltà e senza necessità.
Cosi’ anche la Lav domanda spiegazioni a Tornatore e alla societa’ di produzione Medusa e chiede al sottosegretario alla Salute Martini di «realizzare il controllo sui set cinematografici annunciato alcuni mesi fa». Con la vigilanza «siamo convinti – conclude la Lav – che anche per le produzioni realizzate in paesi dove vigono norme piu’ permissive, le cose cambierebbero».
Cade invece l’accusa che il film sia stato girato in Tunisia per evitare sanzioni penali, dal momento che, previa istanza al ministro della Giustizia, il procedimento penale puo’ radicarsi anche in Italia. Ma soprattutto sembra proprio che non ci siano gli estremi per procedere con un provvedimento penale.
Una cosa e’ certa questa scena ha sollevato un’animatissima discussione che divide l’opinione pubblica tra spettatori inorriditi e sconcertati per la gratuita’ della violenza che viene proposta-imposta allo spettatore e coloro che accusano gli ambientalisti di falso moralismo, dal momento che in quella scena la macchina da presa non avrebbe fatto altro che spiare e testimoniare una pratica in uso e che avviene ogni giorno.
Chi ha visto il film o ha seguito l’acceso dibattito cosa ne pensa? Noi di PetpassionTv desideriamo conoscere la vostra opinione, raccontatecela!
(G.M.)