Dopo il ritorno degli orsi, da tempo assenti, sono state trovate tracce della presenza della lince nel territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Gli agenti del CTA del Corpo Forestale dello Stato hanno ritrovato infatti nelle ultime settimane segni tipici della presenza di questo splendido predatore (tracce e resti di prede), confermando l’ottimo stato di salute del territorio del parco; mentre negli anni precedenti tutti i grandi predatori come la lince e l’orso venivano considerati pericolosi e quindi cacciati dall’uomo, negli ultimi tempi si è cambiata opinione, anche sulla base dell’oggettiva necessità di questi predatori per il corretto funzionamento e il benessere degli ecosistemi in cui si trovano.
E’ per questo che, sempre in maggiore misura, attraverso progetti di tutela delle aree protette e operazioni di ripopolamento, si tende verso l’obiettivo di riconsegnare queste zone agli animali che da sempre le hanno popolate: progetti che stanno da qualche tempo dando degli ottimi risultati a questo proposito, con un ritorno sempre più nutrito e spesso spontaneo degli orsi e ora anche delle linci.
“La presenza dei grandi predatori – ha dichiarato il Direttore del Parco, Nino Martino – è un segnale importante. Questi animali si trovano al vertice della catena alimentare, il loro arrivo consente di completare il già ricchissimo quadro faunistico del Parco e testimonia l’ottima qualità ambientale delle Dolomiti Bellunesi. Il ritrovamento degli indici di presenza della lince – ha proseguito Martino – è stato possibile grazie al lavoro di controllo svolto ogni giorno sul territorio dagli agenti del CTA del Corpo Forestale, che desidero ringraziare pubblicamente per la costante e costruttiva collaborazione con l’Ente Parco. Grazie al loro lavoro possiamo infatti disporre di informazioni precise ed aggiornate sullo stato delle popolazioni di animali selvatici all’interno dell’area protetta. Dopo il ritorno dell’orso e quello della lince – ha concluso il Direttore – attendiamo il prossimo arrivo del lupo”.