Forse non tutti sanno che da anni in Italia, e in altri paesi come la Grecia, la Spagna, la Turchia, si consuma un pratica tanto illecita quanto barbara: quella del ‘trasporto’, con camion o persino in aereo, di cani e gatti randagi o abbandonati verso la Germania, la Svizzera, l’Austria e altri Paesi del Nord Europa.
Questo trasporto/deportazione all’estero aggira facilmente la legislazione italiana a tutela dei diritti degli animali, spacciando per operazioni di adozione all’estero una fitta rete di commercio di animali (usati per esempio come cavie per le sperimentazione) o di ‘dispersione’ dei randagi in soprannumero.
Di seguito potete leggere il comunicato dell’Enpa e in fondo trovate il link per firmare la petizione al Ministero della Salute.
“Sono ormai centinaia di migliaia, milioni di animali, raccolti in strada, nei canili o presso privati che non sanno piu’ cosa farsene, prelevati durante un’uscita da casa, cuccioli o adulti, anziani o malati al punto di non poter reggere il viaggio. Radunati febbrilmente, con una ricerca massiccia e ostinata.
Partono dall’Italia, dalla Spagna, dalla Grecia, dai Paesi balcanici, dall’Europa orientale, dalla Russia, dalla Turchia, dall’Africa del Nord, dall’Asia, tutti convogliati verso i paradisi del Nord, con la promessa di un giardino, di un sofa’ bianco, di una famiglia amorevole.
Tutti adottati?!
A scadenze fisse e frequenti, carichi di cani e gatti partono da ogni regione d’Italia. Cittadini stranieri – sempre gli stessi – li prendono in affido presso i canili, cittadini italiani – sempre gli stessi – collaborano con loro come prestanome, procurandosene con ogni mezzo, qualche volta nell’illusione di dare loro un avvenire migliore. Spesso gli animali vengono intestati a persone ignare, inesistenti, perfino decedute. Spesso partono senza documenti.
E finiscono in una rete di altri canili e di stalli, prima in Italia e poi all’estero. Alcuni appaiono offerti in siti web, e presto scompaiono, come tutti gli altri, nel nulla. Controlli seri? Impossibili oltre confine, in Paesi che per di piu’, come la Germania e la Svizzera, non hanno un’anagrafe canina pubblica.
Ma perche’ tante organizzazioni private grandi e piccole, che si definiscono “di protezione degli animali”, prelevano tanti animali all’estero con viaggi frequenti e costosi, quando anche in Germania i canili sono pieni, quando li’ e in tutti i Paesi – tranne che in Italia – vige la soppressione?
Adottati nel nostro Paese, gli animali, appena passato il confine, diventano l’oggetto di un commercio assai vantaggioso: la merce e’ gratuita all’origine, o costa soltanto un po’ di mangime, di ciotole, di coperte.
Il prezzo in Germania? Si chiama “tassa di protezione animale” come quella dei canili pubblici, ed e’ presentata come rimborso spese… fino a 350-400 euro per un meticcio qualunque, grande o piccolo, cucciolo o anziano, sano o malato. Il guadagno e’ garantito, tanto piu’ che la propaganda negativa sull’Italia che queste organizzazioni lanciano presso il pubblico medio frutta molto altro denaro.
I nostri animali sono venduti. A chi e perche’?
Non tutti sanno quanto la legge tedesca di tutela degli animali sia elastica in materia di sperimentazione… Ma a noi basta sapere che, una volta divenuto merce, l’animale perde ogni diritto alla tutela, qualunque sia la sua destinazione. E che ci si fa beffe della Repubblica italiana e delle sue leggi.
L’Italia ha le leggi piu’ avanzate d’Europa in materia di tutela degli animali. Ma non e’ senza colpe. L’abbandono e il randagismo affliggono tutto il Paese. Troppi Comuni e troppe ASL sono ancora inadempienti rispetto ai loro obblighi di tutela e di vigilanza. Cosi’, il rimedio e’ semplice ed economico: eliminare il problema chiudendo gli occhi sulla deportazione all’estero degli animali in soprannumero.
Nel 1993 la circolare del Ministro della Sanita’ Garavaglia dava direttive per impedire le deportazioni. Nel 2001 la circolare del Ministro Veronesi indicava i controlli sugli affidi come parte integrante del benessere degli animali. Queste circolari sono tuttora in vigore, e sono vincolanti per ogni dipendente del Ministero della Salute. Ma molte ASL non le rispettano.
Nel 2003 il Regolamento Europeo 998 stabiliva che i movimenti non commerciali di cani e gatti nel territorio dell’Unione implicano che gli animali non siano destinati alla vendita ne’ al passaggio di proprieta’. Ma chi finge di prendere per se’ un animale e lo vende all’estero non lo rispetta.
Alcuni Paesi mediterranei hanno emanato disposizioni severe per far cessare le finte adozioni e la deportazione dei loro animali. Anche in Germania le autorita’ stanno aprendo gli occhi. Ma L’Italia e’ il fanalino di coda.
L’ENPA, la piu’ antica associazione italiana di protezione degli animali, ha deciso di combattere questa battaglia di civilta’. Per rispettare la sua vocazione. Per salvaguardare la dignita’ del nostro Paese. Per costringere le istituzioni a compiere il loro dovere. Per educare i cittadini alla prevenzione, unico rimedio contro il randagismo e le sue conseguenze nefaste.
L’ENPA lancia una petizione per chiedere al Ministero della Salute di intervenire una volta per tutte contro questo squallido e illegale mercato.”
Per firmare la petizione clicca qui