Grande attenzione aveva destato in tutto il mondo il referendum tenutosi il 7 marzo in Svizzera, nel quale i cittadini elvetici sono stati chiamati a votare sull’eventuale istituzione di un “avvocato degli animali” in ogni cantone della Confederazione.
Il risultato della consultazione ha visto un netto prevalere dei “No” alla proposta di legge, con il 70% di contrari contro un misero 30% dei favorevoli.
I nove milioni di cani e gatti svizzeri non avranno quindi un difensore d’ufficio in tutte le cause che li riguarderanno, ma a onor del vero questo risultato non è certo frutto di una cattiva coscienza animalista: in Svizzera proprio lo scorso settembre è stata approvata una legge che aveva imposto norme severissime e restrizioni per la detenzione, il trasporto e l’utilizzo sia di cani e gatti sia di volatili, rettili, pesci o greggi.
Evidentemente altre sono state le motivazioni che hanno portato a questo risultato, non ultima la tradizionale voglia di indipendenza legislativa di ogni cantone da decisioni centrali: i singoli governi locali potranno comunque istituire questa figura di difesa degli animali, cosa che già è avvenuta nel cantone di Zurigo.