Nocciola era un gatto rosso, vivace e coccolone, che con Sara, la sua mamma umana, aveva stretto un rapporto molto speciale

 

Nocciola, era uno splendido gattone rosso volato sul Ponte che la sua umana Sara ama ricordare ogni giorno, “perché se continui a parlare di un amico volato sul Ponte, lui resterà vivo nel tuo cuore per sempre!”. Nocciola aveva anche altre due compagne di vita, Miciona e Gelsomina, entrambe purtroppo venute a mancare prima del micio rosso.

 

Nome: Nocciola
Specie: gatto
Razza: europeo
Luogo in cui vive: Mira, Veneto
Mamma umana: pika-pika
Segni particolari: aveva una sorella, Gelsomina

Tre gatti, tre angeli

“Ho avuto tre gatti che ora sono i miei angeli: Miciona, una trovatella che ho salvato dalla strada; Gelsomina, figlia di Miciona; e Nocciola, anche lui figlio di Miciona. A loro tre devo tutto. Sono cresciuta con loro e grazie a loro”, dice Sara. Gelsomina era una bella micia dal pelo semi-lungo color bianco, un incorcio fra una gatta di razza europea e un gatto persiano, con grandi occhi celesti. Nocciola invece, il fratello di Gelsomina, era un micio color rosso-marrone, con un carattere vispo, furbo e allo stesso tempo ruffiano.

L’amicizia speciale con il mio gatto rosso

“Miciona e Gelsomina sono state le prime a volare sul Ponte. Da allora Nocciola è rimasto il mio unico appiglio: è stato lui a darmi la forza di superare quella perdita”, racconta Sara. Quest’ultima aveva un rapporto molto speciale con il suo gatto rosso, perché Nocciola era stato cresciuto in casa e quindi era molto legato alla sua mamma umana, con cui condivideva gli spazi in un clima di libertà e fiducia.

“Era un rapporto basato sulla libertà perchè lui usciva liberamente di casa e andava a fare lunghe corse nei campi ogni volta che lo desiderava. Amavo stare lì ad osservarlo: correva così veloce che alzava un polverone dietro di sé, tanto da sembrare un leone in miniatura che corre nella savana! Però, appena sentiva il portoncino aprirsi o un fischio, lasciava qualsiasi cosa stesse facendo e correva subito a casa (spesso con qualche “regalino”)”. I due erano veramente inseparabili, Nocciola amava trascorrere la giornata in compagnia di Sara e lei adorava coccolarlo. “Era anche un rapporto fondato sulla fiducia”, dice Sara, “perchè potevo fargli qualsiasi cosa e lui stava buono, credeva ciecamente in me”.

Nostalgia del gatto rosso

“Cosa mi manca di Nocciola? Di lui mi manca TUTTO. Soltanto chi ha un amico peloso può capire. Mi mancano le corse, i giochi che facevamo insieme, le fusa e… i “discorsi miciolosi”!”. Il rapporto fra Sara e Nocciola infatti era così intenso e speciale che la sera, prima di andare a dormire, si sdraiavano insieme accoccolati, il gatto rosso con la testa sulla spalla della sua mamma umana che gli parlava dolcemente, e così si addormentavano beati.

“Per raccontare la sua storia, in particolare dell’ultimo anno passato insieme, non basterebbe un libro intero. Dico solo che avrei dato qualsiasi cosa pur di averlo ancora qui con me: non m’importavano i sacrifici, le notti in bianco accanto a lui, tutte le volte che ho dovuto accompagnarlo alla lettiera nel cuore della notte o imboccarlo per farlo mangiare; neanche mi importa di aver rinunciato a tante uscite con gli amici per restare accanto a lui. L’unica cosa che contava era quella di vederlo più tranquillo…”, racconta Sara.

Il dolore per la perdita del suo amato Nocciola è però compensato da una speranza: “ora che anche lui è volato sul Ponte, mi piace immaginarlo con la sua mamma e la sua sorellina: tutti e tre insieme. Mi piace pensare che Nocciola sia tornato a correre su un bel prato e che, quando è stufo, si avvicina alla sorella e alla sua mamma per darsi tanti bacini e dormire tutti e tre insieme, proprio come facevano quando erano tutti e tre in vita”.