Ti sei mai chiesto cosa significhi occuparsi di una colonia felina e prendersi cura di tutti i suoi ospiti? La nostra amica Bianca ci racconta la sua esperienza…
Cos’è una colonia felina?
«Per definizione – spiega Bianca – è un luogo ideale, un insieme di splendidi felini che non hanno una casa ma che la vorrebbero. Se viene riconosciuta come “gruppo randagio” dall’ASL, vi è la possibilità (almeno in Lombardia) di sterilizzare e curare i componenti avendo agevolazioni; e chi ne diviene tutore ha il dovere e il diritto di occuparsi di loro, assumendo il nome di… “gattaro”!
In molti mi chiedono come si possa creare una colonia felina e di quanti gatti debba essere composta; è semplice, nasce da sé ed è considerata tale già dopo 3-4 componenti.
I gatti devono essere nati, cresciuti e viventi in strada, senza padrone».
Come si conquista la fiducia dei gatti di una colonia felina?
«Nella maggior parte dei casi sono animali difficili da avvicinare, che hanno conosciuto le peggiori cose e che sopravvivono cacciando o frugando nei rifiuti». Nonostante queste ostilità che caratterizzano i gatti di una colonia felina, Bianca non si è data per vinta e ha cercato in tutti i modi di guadagnare la fiducia dei suoi mici.
«Per guadagnarsi la loro fiducia servono principalmente tre cose: tempo, dedizione e amore.
Sì, è vero, serve anche del cibo ma vi assicuro che è un aspetto marginale quando si tratta con creature impaurite».
La storia di Bianca e della sua colonia felina
«Nel mio caso il tutto è avvenuto in modo abbastanza naturale. Ho sempre amato gli animali e per me è sempre stato molto semplice socializzare con loro; qualche parola dolce, ore e ore di osservazione e una mano avvicinata piano piano.
Da piccola – continua Bianca – andavo alla ricerca di gatti e cani e, quando li trovavo, scappava sempre un bacino o una carezza.
Sono sempre stata abituata a vederli gironzolare nel quartiere e reputavo normale che ognuno di loro avesse una casa, non mi ha mai sfiorato il pensiero che potesse esistere il randagismo.
Col tempo, crescendo, sono diventata più consapevole delle differenti realtà che mi circondavano e mi sono resa conto di aver intorno nove gatti, soli e affamati.
Ho cominciato a sfamarli, lasciando inizialmente ciotole di acqua e avanzi nei posti più nascosti o più alti. A volte mi arrampicavo sui tetti e lasciavo lì il cibo per i più timidi. Sono riuscita a rubare carezze a tutti, facendomi spesso graffiare».
I magnifici 7
«Di questi nove gatti in poco tempo ne sono rimasti solo 7. Alcuni li ho visti morire, altri sono semplicemente scomparsi nel nulla. Ho sempre sperato che questi ultimi avessero trovato una casa o un luogo migliore dove vivere; molto probabilmente invece sono stati investiti nel periodo del calore o sono stati avvelenati (e sì, purtroppo non è così raro che accada).
Tutti i gatti che sono passati dalla colonia avevano delle peculiarità, erano tutti bellissimi e tutti diversissimi tra loro.
Solo questi ultimi 7 – racconta la mamma umana Bianca – sono riuscita a crescerli e conoscerli al meglio, gli altri sono stati di “passaggio” ma hanno comunque lasciato un ricordo indelebile in me.
Nonna era la “matriarca”, da che so io è partito tutto da lei. Era una gatta molto aggressiva, tipica cacciatrice. Figliava molte volte in un anno e non era particolarmente in forma. Pelo ispido e unto, difficoltà respiratorie e pochi denti in bocca.
Sono riuscita ad avvicinarla e prima di sparire si è presa un po’ d’amore, lasciando a me i suoi figli da accudire.
Piano piano sono spariti tutti i “vecchi”, quasi tutti gatti neri o tigrati. E alla fine sono rimasti i magnifici 7».
Presentaci i gatti della tua colonia
I mici presenti nella colonia hanno caratteristiche e personalità molto differenti fra di loro. «Mamma, la più grande, la più difficile, ma che alla fine è diventata la mia ombra. Bimba, Cip, Ciop e Boss, i suoi figli.
E infine Barabba e Attila, i figli di Bimba.
Cip e Ciop, fratelli diversissimi tra loro. Cip molto chiacchierone, iperattivo e ruffiano. Ciop vagabondo, scontroso con tutti tranne che con me e il mio cane.
Bimba, una principessina tutto pepe, nata con una malformazione agli occhi che le permette di vedere il mondo in un modo un po’ differente».
Barabba e Attila, due piccoli furfanti simpaticissimi».
La conquista del cibo, il passaggio più difficile
«Sono stati tutti sterilizzati e nel momento del bisogno vengono curati.
Non è sempre facile procurarsi cibo per loro, quindi spesso partecipo a concorsi online, ottenendo qualche confezione in modo gratuito.
Il mio non è un gattile, non è una colonia famosa, è solo il un piccolo mondo che vive e sopravvive con l’amore e le rinunce.
Questa è la mia realtà e ne conosco molte simili. Il nostro vivere è per loro e ogni azione si modella intorno a loro».
«E’ bello, a volte complicato, ma è sempre soprattutto gratificante».
Bianca aka lagattara
Guarda le bellissime foto degli amici di Bianca…
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