Continua la strage di animali nei canili spagnoli: l’eutanasia è considerata un metodo di lotta al randagismo, ma è un metodo barbaro e crudele.
Il cane spagnolo quando entra in canile di fatto entro nell’anticamera della morte: se si tratta di un cane di proprietà smarrito, il proprietario ha dieci giorni di tempo per riprenderselo, altrimenti l’animale viene ucciso. Se è randagio viene ucciso se non trova adozione entro una settimana e, cosa ancora più grave, i comuni spagnoli pagano fino a 80 € per garantire la soppressione di ogni singolo soggetto. La vergogna non finisce qui: secondo la legge spagnola se un proprietario di un cane si stufa lo stesso può essere portato in canile per essere soppresso.
Decine di volontari raccontano di aver visto cani presi a bastonate e lasciati morire dopo lunga agonia o messi negli inceneritori ancora vivi. Secondo il protocollo sull’eutanasia, in Spagna i cani dovrebbero essere soppressi attraverso un sistema cosiddetto “dolce”, ma in realtà molto spesso muoiono in maniera drammatica per risparmiare sul costo del farmaco.
“Una vera e propria carneficina programmata- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA– occorre gridare forte la nostra indignazione contro questi aguzzini e chiedere a gran voce all’Unione europea di obbligare la Spagna a sottoscrivere le convenzioni internazionali per la tutela degli animali da compagnia. Parola d’ordine – conclude Croce- è boicottare tutto ciò che è spagnolo, dai prodotti fino a rifiutarsi di andare in vacanza in questo paese dove i cani vengono barbaramente massacrati”.
Claudia Resta
Petpassion.tv – [email protected]