Come per gli esseri umani anche per i mici il periodo invernale è un momento delicato dell’anno. Febbre, starnuti e mancanza di appetito sono alcuni sintomi di quella che viene impropriamente definita come influenza del gatto, una patologia piuttosto comune di cui è bene conoscere cause e rimedi.
Nota anche come rinotracheite virale felina, questa patologia presenta nei mici tutti i sintomi tipici di un raffreddore, come febbre, perdita di appetito e occhi e naso umidi. Ma quali sono le cause e i rimedi per curare l’influenza del gatto? E come è possibile prevenirla?
Influenza del gatto: cause e sintomi
L’influenza del gatto è una patologia molto comune, conosciuta anche come rinotracheite virale felina. Tuttavia, il termine “influenza” viene utilizzato in maniera impropria in quanto la causa della malattia non ha nulla a che vedere con i virus che provocano l’influenza umana. Sarebbe meglio parlare di rinotracheite virale felina, malattia provocata da un virus, l’Herpesvirus, noto come FRV o FHV-1: si tratta di un virus altamente contagioso, che però non ha una grande resistenza nell’ambiente in cui si propaga. A differenza di altri virus, l’FRV risulta essere infettivo fino a cinque mesi alle basse temperature, mentre quando il clima è caldo resiste al massimo per un mese.
La rinotracheite virale del gatto colpisce solitamente gli esemplari più giovani e anziani, oppure quelli con il sistema immunitario debole. La sua diffusione avviene molto spesso all’interno delle colonie feline, dove la presenza di molti mici rende più facile il contagio da questo virus. La propagazione si verifica tramite contatto diretto o indiretto fra gatti, persone, abiti, ciotole e attrezzature per la toeletta.
Uno dei principali sintomi del raffreddore del gatto è la temperatura elevata. Ma come capire se il gatto ha la febbre? Nel caso in cui il micio trema, non mangia, non beve, sembra stanco o affaticato, ecco che probabilmente significa che la sua temperatura media ha superato i 39 gradi. La temperatura normale del gatto, infatti, varia dai 38 ai 39 gradi: al di sopra dei 39 gradi si può parlare di febbre. Oltre alla febbre però, ci sono anche altri sintomi della rinotracheite virale felina che è possibile osservare abbastanza comunemente:
- perdita di appetito;
- scolo nasale e oculare;
- ulcere orali;
- perdita di saliva dalla bocca;
- congiuntivite;
- starnuti
Un altro virus coinvolto nella Malattia Respiratoria Felina è il Calicivirus. Come sintomi sono molto simili a quelli provocati dall’Herpesvirus, ma nel caso di Calicivirosi sono presenti più ulcere, è possibile che sia presente anche polmonite e si hanno meno starnuti.
Tuttavia la sola presenza di starnuti, non indica per forza la presenza di una rinotracheite virale felina: è possibile che compaiano starnuti anche in caso di riniti allergiche, poliposi nasali o neoplasie.
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Come capire se il gatto ha la febbre?
La rinotracheite virale felina, come abbiamo visto, è un malanno tipico di questa stagione. Capire però se il gatto ha la febbre è importante per riuscire a contrastare in tempo questa patologia e poter applicare le cure e i rimedi necessari. Ecco alcuni suggerimenti…
Gatto con raffreddore: rimedi
I felini che contraggono il raffreddore nel gatto e che periodicamente presentino il ritorno di questa patologia sono probabilmente dei gatti portatori. Circa l’80% dei mici che sono apparentemente guariti rimangono invece portatori, contribuendo al continuo diffondersi della malattia. In questi casi il felino alterna periodi di latenza in cui non presenta sintomi di rinotracheite, a fasi di riacutizzazione della malattia, in cui invece tornano i segnali. La patologia può nuovamente manifestarsi anche al minimo stress: basta infatti che il micio entri in contatto con un suo simile che è malato, che sia in fase riproduttiva o che contragga un’altra malattia che abbassa le difese immunitarie ed ecco che il “raffreddore” può tornare a farsi sentire.
Per una diagnosi corretta dell’”influenza” del gatto è bene portare il proprio micio dal veterinario, che saprà fare un’analisi attenta e dettagliata della sintomatologia presente. Esistono poi diversi test di laboratorio che sono in grado di identificare il virus.
La terapia più comune utilizzata per curare la rinotracheite è volta a risolvere le infezioni secondarie e a migliorare lo stato di salute e nutrizione del micio: in questo senso vengono molto spesso utilizzati degli antibiotici, che non hanno effetto sui virus, ma risolvono alcune complicanze collegate alle sovrinfezioni batteriche secondarie e ai sintomi. Questo perché, essendo una malattia virale, non esiste terapia specifica contro il virus.
La prevenzione di questa malattia è attuata tramite la vaccinazione. La componente vaccinale per la rinotracheite del gatto è sempre inclusa nella vaccinazione di base, il classico trivalente che protegge i gatti contro l’Herpersvirus, il Calicivirus e la Panleucopenia felina. I vaccini sono utili per ridurre le conseguenze gravi che potrebbe avere la malattia, ma non in tutti i casi riescono a evitare che il gatto contragga il virus (ci sono ceppi virali più forti) o impedire che i gatti diventino portatori dello stesso.
Gatto e raffreddore: cosa fare?
Se noti che il gatto è mogio, mangia di meno, starnutisce di continuo, ha scolo nasale e/o scolo congiuntivale, allora è possibile che abbia contratto una forma di rinotracheite virale felina. Conviene portare il prima possibile il gatto dal veterinario in modo che possa subito essere impostata una terapia sintomatica. Un gatto con raffreddore, infatti, non mangia perché non riesce a sentire gli odori e un gatto che non mangia per troppo tempo rischia di sviluppare forme di lipidosi epatica.
Approfondimento: Purina Pro Plan