Esistono differenti metodi e tecniche per addestrare il proprio cucciolo. Il rinforzo positivo è quello prediletto per favorire un apprendimento sano ed efficace.
Quando parliamo di educazione e addestramento del cane possiamo far riferimento principalmente a due differenti processi di apprendimento: il condizionamento classico, elaborato da Pavlov, e quello invece formulato dal teorico Skinner, ovvero il condizionamento operante. Quest’ultimo, nello specifico, si avvale di rinforzo positivo e negativo per stimolare l’apprendimento del cane, aiutandolo ad acquisire in maniera attiva nuovi comportamenti. Ma a che cosa ci riferiamo quando parliamo di rinforzo positivo e negativo nel cane? Partiamo dalle basi.
Rinforzo positivo e negativo: i pilastri del condizionamento operante
Come accennato brevemente in precedenza, il condizionamento operante è quel meccanismo che fa sì che il cane apprenda nuovi comportamenti svolgendo attivamente delle azioni: questa è la più grande differenza tra il condizionamento operante e quello classico, in cui l’apprendimento avviene invece tramite stimoli ambientali.
Nell’addestramento condotto tramite condizionamento operante rientra inoltre il concetto dei rinforzi, che possono essere positivi o negativi.
- Il rinforzo positivo è quando, ad esempio, per aumentare la frequenza di un comportamento, diamo al nostro cucciolo un premio nel momento in cui obbedisce a un comando (sotto forma di coccole, snack, gratificazioni…).
- Il rinforzo negativo, invece, è quando, invece che premiare il cane lo si priva di qualcosa. In questo caso, ad esempio, se il cucciolo non risponde al comando “seduto”, si potrà esercitare una leggera pressione sul collo tramite il guinzaglio, favorendo una trazione posteriore fino a che il cane non abbia assunto la posizione desiderata. In questo momento il rinforzo negativo sarà la privazione della sensazione
Come si può notare, quindi, il rinforzo negativo può essere inteso come una sorta di costrizione per cui il consiglio è quello di favorire sempre il rinforzo positivo nell’apprendimento, così da agevolare l’instaurarsi di una relazione positiva e collaborativa tra il cucciolo e il proprietario.
Rinforzo positivo: vantaggi e usi nell’addestramento
Approcciarsi all’educazione del proprio pet privilegiando il metodo del rinforzo positivo gioverà sia alla sua crescita sia al rapporto che si riuscirà a instaurare con il proprietario.
Il cucciolo, infatti, avrà così l’occasione di apprendere in una maniera divertente e stimolante, ricordando in maniera più efficace gli insegnamenti impartiti. Inoltre, crescerà sentendosi a proprio agio, rispettato e amato dal proprietario e questo favorirà in lui la volontà di collaborazione.
È importante, però, eseguire correttamente questa tecnica affinché il cane possa adeguatamente associare la ricompensa con l’ordine. Che cosa vuol dire?
Ad esempio, se stiamo insegnando al nostro cucciolo il comando “seduto” sarà di fondamentale importanza dare il premio subito dopo che il comando sia stato correttamente eseguito. Se ritarderemo nella consegna del croccantino o della coccola o, al contrario, se la consegna del premio verrà anticipata, rischieremo di confonderlo compromettendo di fatto il risultato sperato.
È chiaro, quindi, che quando si prende in considerazione l’addestramento del cane cucciolo bisognerà munirsi di tanta pazienza, ripetendo con calma e costanza gli esercizi così da consolidare gli insegnamenti.
Rinforzo positivo/negativo e punizioni: le differenze
Un altro concetto da tenere a mente nell’addestramento del proprio pet, inoltre, è quello della punizione.
Al contrario di quanto accade con i rinforzi, che stimolano il presentarsi di un determinato comportamento, con le punizioni l’obiettivo è proprio quello di diminuire l’assunzione di un comportamento nel cane. Anche le punizioni, però, proprio come i rinforzi, possono essere positive o negative.
- La punizione è positiva (o non gentile), quando associamo a un comportamento del cucciolo uno stimolo avversativo, come ad esempio una sculacciata.
- La punizione è negativa (o gentile), quando il pet viene privato di qualcosa che gli piace (stimolo appetitivo). Ad esempio, quando il cane sta per saltarci addosso, scansandoci e girandoci da un’altra parte infliggeremo una punizione negativa (e gentile), in quanto gli stiamo negando di compiere un’azione di suo gradimento.
L’unione, quindi, della punizione negativa e del rinforzo positivo favorirà, ancora una volta, l’instaurarsi di una relazione collaborativa e di rispetto tra cane e proprietario. In questo ambiente sereno, infatti, la mente del cucciolo sarà libera dalla paura e si concentrerà per fare il suo massimo per ottenere premi e ricompense.
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Approfondimento: Purina Pro Plan