Il Presidente di AIDAA, accusato di falso rispetto alla vicenda del gatto ereditiere, risponde ai volontari del gattile motivando la sua denuncia.
In questi giorni su Petpassion si parla molto della storia del gatto Michele, che un anno fa avrebbe ereditato una fortuna e che, nel corso della settimana, si è trovato al centro di molte polemiche, alcune delle quali accusano, per voce dei volontari del Rifugio del Micio di Vigevano, una sua inesistenza. Lorenzo Croce, a sua volta membro di un’associazione animalista, AIDAA, nei giorni scorsi aveva replicato indicando il gattile come un pessimo esempio di condotta, che ha voluto ulteriormente illustrare. Prima di dare spazio alla lettera che Lorenzo Croce ha inviato alla redazione, premettiamo che la prossima settimana le telecamere di Petpassion faranno visita sia a Croce che al Rifugio del Micio, per documentare visivamente sia la condizione del rifugio che quella del gatto Michele, e che Petpassion.tv è ovviamente aperta a garantire il diritto di replica.
“Torno sulla vicenda del gattile di Vigevano per puntualizzare alcuni motivi che al di la della rissa e delle ingiurie che spesso si scatenano sui vari blog e qui in Facebook mi indussero a produrre denuncia contro i responsabili di quel gattile per il reato di maltrattamento aggravato e continuato di animali ai sensi dell’articolo 544 ter del codice penale.
Partiamo innanzitutto dalla struttura, si tratta di un vecchio cascinale dato in uso dal comune all’Associazione il rifugio del Micio di Vigevano, che è stato riadattato a gattile con tanta buona volontà ma con criteri che ben poco hanno a che vedere con la struttura gattile, in quanto basti pensare che lo stesso viene riscaldato con stufe a legna e a pellet, e non ha una sola porta di emergenza, dovesse capitare un incendio i 270 gatti andrebbero arrosto in poco tempo.vI gatti vivono in condizioni di sovraffollamento nell´unica gabbia di dimensioni decenti (in circa 40 metri quadrati vivono circa 100 gatti) gli altri sono chiusi o in piccole stanze (come i fiv o i fev ammassati in alcune decine in veri loculi di 3-4 metri quadrati) o in gabbioni sempre di pochi metri quadrati sono costretti a vivere decine di gatti, le gatte partorienti, comprese quelle di colonie e molti altri gatti da adottare vivono invece in gabbia al pari se non peggio dei polli di allevamento in batteria. Basterebbe questo per mettere in discussione quella struttura che, intendiamoci, se andrebbe abbastanza bene (anche se da modificare) per ospitare 100 gatti, diventa invece un vero lager quando di gatti ne ospita 270 – dei quali molti selvatici – che dentro lì non ci dovrebbero stare proprio.
Vi è poi la questione gravissima delle colonie feline. Per stessa ammissione dei volontari di quel gattile si sono catturati i gatti di una colonia (a noi ne risultano per esperienza diretta almeno tre) perché in pericolo, e messi in gabbia. A parte che questo è un reato, ma vi rendete conto se dovesse passare il principio che ogni colonia a rischio possa essere catturata cosa succederebbe?? Avremmo creato un alibi per far sparire migliaia di gatti e se va bene segregarli in grandi o piccoli stanzoni, ma questa differenza è abbastanza superflua, oppure ancora peggio nei casi meno certi potrebbero essere bellamente massacrate o magari vendute alla vivisezione. Abbiamo già visto in altri casi come il sovraffollamento produca a volte strani effetti.
Il terzo ed ultimo motivo riguarda le sterilizzazioni. La responsabile del gattile non ha mai permesso la sterilizzazione di una gatta incinta, se ha iniziato a permetterlo è da poco tempo. Questo fatto, grave, assolutamente grave, è da solo responsabile di parte del sovraffollamento del gattile in cui il numero dei cuccioli presenti (o dati in affido temporaneo per lo svezzamento alle volontarie) è altissimo.
Tralascio altre questioni seppure importanti come la necessità di formare i volontari (abbiamo diverse volte proposto questi corsi mai realizzati), il turn-over di decine di volontari l’anno e ancora peggio lo strano giro di gatti che entrano ed escono da quel gattile e che vanno a vivere a casa di questo o quel volontario per poi riapparire in gattile dopo qualche settimana.
Mentre sto scrivendo il gatto Michele è qui vicino a me e fa le fusa a manetta, è reduce dal suo giro in cortile del mattino e dopo aver mangiato la sua dose di crocchette ora è qui sdraiato sul tavolo da lavoro vicino a me. Non ho alcun rancore personale verso i responsabili del gattile, la denuncia è stata fatta per le motivazioni che ho spiegato ma soprattutto per l´insano principio di eliminare le colonie quando queste sono in pericolo anziché avere il coraggio di denunciare i responsabili del possibile maltrattamento o avvelenamento. Certo che il comune ha più interesse che si elimini una colonia a rischio anziché tutelarla e perseguire i maltrattatori; ce l´ha perché così agendo crea un precedente pericoloso e dannoso che potrebbe arrivare alla cattura che so delle colonie di gatti che vivono in zone da edificare. Lo stravolgimento che questi signori fanno della legge e dei principi è dannosissimo, il gattile potrebbe essere un paradiso, anche se in questo caso proprio non lo è, ma l’applicare questi metodi è UN PRECEDENTE GRAVE E DANNOSO.
Quindi chiediamoci seriamente ed al di là delle diffamazioni alla mia persona per le quali queste persone sono state denunciate: chi sta facendo danni ai gatti ? coloro che prendono i selvatici e li rinchiudono, facendo partorire le gatte incinte con la speranza di far adottare centinaia di cuccioli ? o coloro che dopo aver tentato inutilmente di aiutarli, esponendosi in prima persona, è vittima dei loro volgari attacchi diretti contro la propria persona?
Lorenzo Croce
Presidente Nazionale AIDAA”
Claudia Resta
Petpassion.tv – [email protected]