Periodicamente, alcuni politici italiani, soprattutto sindaci e amministratori in genere di comuni e province, arrivano a proporre soluzioni a dir poco assurde, per “risolvere”, a loro dire, il problema del randagismo; più volte, negli ultimi tempi, abbiamo assistito a proposte quantomai singolari, come quelle di multare le persone che provvedono volontariamente al mantenimento degli animali randagi in città, fino alle vere e proprie “battute di caccia” nei confronti dei cani vaganti sul territorio.
Ora emergono altre inquietanti proposte, come ad esempio quella riscontrata in un’ordinanza del sindaco di Altavilla Irpina (Avellino), Alberico Villani, con la quale si darebbe il via libera all’abbattimento di tutti i cani randagi sul territorio “previo accertamento della comprovata pericolosità”.
Lo stesso sindaco lo scorso anno aveva, tramite un’altra ordinanza, varato un provvedimento per cui ogni adozione di cane randagio sarebbe stata incentivata con un bonus di cento euro: ora la spiegazione per questo cambio di rotta, riportata dal suo ufficio, sarebbe che non avendo nessuno avanzato richieste o interesse per le adozioni, l’unica soluzione possibile sarebbe passare all’abbattimento.
Immediata la protesta di varie associazioni animaliste, fra cui Enpa, Chiliamacisegua e Info Freccia 45, che si sono già mosse con segnalazioni al Ministero della Salute e la preparazione di esposti verso il sindaco Villani per uccisione di animali.
Altro caso inquietante è quello della proposta provocatoria (almeno a suo dire) lanciata dal consigliere regionale sardo Gianfranco Bardanzellu, che per affrontare il problema dei randagi a Olbia ha lanciato l’idea di “incenerire i cani“.
Naturalmente, il consigliere stesso ha subito chiarito che si trattava di una proposta provocatoria, per attirare l’attenzione sul problema del randagismo a Olbia, nonchè sui pericoli che i cani randagi possono portare in contesti cittadini, pericoli ai bambini, agli anziani, o ad altri animali, o per possibili incidenti stradali.