Cacciata dall’ufficio postale perché aveva con sé il cane al guinzaglio. Un dalmata di 11 anni, malfermo, con una zampa fasciata, cardiopatico e visibilmente dolorante.
Milano, via Medeghino (zona Piazzale Loreto), erano le 11:30 e all’esterno la colonnina di mercurio indicava 30 gradi.
Ma la cosa non aveva nessuna importanza per l’impiegato delle poste che ha intimato alla proprietaria del cane, tenuto con un guinzaglio corto, di legare la bestiola all’esterno, sotto il sole; e non aveva importanza nemmeno che l’unico altro cliente dell’ufficio non avesse in alcun modo reclamato.
La signora, sdegnata, ha preferito andare via, ma l’Aidaa ha presentato un esposto alla Procura di Milano ipotizzando il reato di maltrattamento di animali.
”Mi pare quantomeno fuori luogo – ha spiegato Lorenzo Croce presidente nazionale di Aidaa –
il comportamento del funzionario dell’ufficio postale che ha chiesto alla signora di andarsene: il cane era tranquillamente al piede e legato con un guinzaglio di 50 centimetri e, viste le sue condizioni di salute, legarlo fuori con quel caldo avrebbe voluto dire mettere in condizioni di difficoltà la sua salute. Per questo motivo – continua Croce – ho inviato una lettera alla direzione delle poste ed ho inoltrato un esposto alla procura di Milano per verificare se non si ravvisi nel comportamento del funzionario dell’ufficio postale violazione dell’articolo 544 del codice penale per il reato di maltrattamento di animali”.
E da settembre, il via alla campagna per abolire il divieto d’ingresso dei cani negli uffici pubblici. “E’ ora che anche da noi cresca la cultura del diritto degli animali, – ha concluso Croce – come succede in molti stati europei, dove gli animali possono entrare in qualunque posto , mentre noi stiamo ancora a lottare per evitare di far star male un cane che non dava fastidio a nessuno”. (B.P.)