Non solo cani e gatti ma anche tartarughe randagie. Secondo Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) l’abbandono delle tartarughe americane d’acqua dolce, è pari se non superiore a quello di cani e gatti .Ogni anno, due milioni di esemplari di Trachemys scripta scripta, questo il nome delle tartarughine importate in Italia dagli allevamenti della Louisiana, raggiungono il nostro paese. Molte di loro però vengono abbandonate perché crescono (fino alla ragguardevole lunghezza di 27 centimetri) e diventano troppo impegnative.
E cosi laghetti, corsi d’acqua e paludi si popolano di tartarughe randagie. Molte sono le colonie presenti a Milano: nel piccolo specchio d’acqua del Parco Forlanini un centinaio di tartarughe abbandonate, sono cresciute e hanno colonizzato le sponde; nel laghetto di Villa Reale, al Parco dell’Acqua sotto la Tangenziale di via Rubattino e perfino in alcuni cigli erbosi del naviglio Martesana, vicino a via Melchiorre Gioia. Inoltre dal 1997 l’Unione europea ha vietato l’importazione della Trachemys scripta elegans, la cosiddetta orecchie rosse perchè questi animali potrebbero trasmettere all’uomo i batteri della salmonellosi. Ma il legislatore non aveva tenuto conto dei possibili raggiri. Infatti gli allevatori americani ora esportano in Europa la Trachemys scripta scripta, la quasi identica tartaruga detta orecchie gialle.
Cosa fare, quindi,per prevenire il fenomeno dell’abbandono delle tartarughe? Garante per la tutela degli animali e Acquario Civico, stanno studiando un provvedimento per limitare questa emergenza. Secondo gli esperti, se si smettesse oggi stesso di abbandonare tartarughe, ci vorrebbero almeno 10 anni per vederne la quasi definitiva scomparsa da Milano. Ma sulle previsioni grava anche un’altra incognita: «Le tartarughe americane – svela Mauro Mariani, direttore dell’Acquario di Milano – sembrano in grado di riprodursi: abbiamo visto che in alcuni nidi del Parco Sempione, depongono regolarmente le uova».
In passato l’Enpa, Ente protezione animali, ritirava e reimmetteva in ambienti controllati dell’hinterland gli esemplari ceduti dai milanesi: circa 800 in due anni. Oggi questo servizio non esiste più e l’unico ricovero per tartarughe indesiderate si trova nel Lodigiano. (A.B.)