Il pesce rosso è da sempre uno dei compagni di vita dei bambini i cui genitori non se la sentono di adottare un cane o un gatto, ma non vogliono privare i figli di un cucciolo da compagnia. Ma sono molti anche i grandi che ne apprezzano la presenza, silenziosa e discreta, ma sempre costante.
Noi li chiamiamo semplicemente “pesci rossi”, ma il loro vero nome è Carassius Auratus Auratus, e discendono dalla nobile famiglia dei Ciprinidi. La loro storia si perde nella notte dei tempi, ma la versione più probabile è che i suoi progenitori provengano dalla Cina della dinastia Song (960 – 1127). In quegli anni, nella provincia di Zhejiang, venne scoperto un pesciolino tutto arancione, identico alla Carpa Crucian ma con le scaglie così rilucenti da farlo apparire d’oro zecchino. La notizia, sebbene mancassero sms, newsgroup ed e-mail, si diffuse in modo incredibilmente veloce, grazie ad un tam tam che ne portò l’eco in tutta la Cina. Questo pesciolino venne ritenuto un animale sacro e la sua cattura venne fin da subito proibita.
Per quasi un secolo i pesci rossi vissero in completa libertà, finché un giorno, la famiglia reale, fece costruire un grande lago artificiale nei giardini del palazzo di Lin’an con l’intenzione di allevarlo e farlo riprodurre in cattività. Tutti i visitatori del palazzo si innamorarono di questa bellissima creatura e vollero allevarla a casa loro: ecco inizio dell’acquariologia! (B.P.)