La polpetta avvelenata: purtroppo un classico dello sterminio degli animali da giardino. In questo caso, una moria premeditata, per mano di una pensionata veneta.
Lina M., 73 anni, residente a Voltabrusegana (PD), pur avendo avuto un gatto fino a un anno fa, da qualche settimana aveva deciso che proprio non ne poteva più dei cani e gatti dei vicini, e per liberarsene ha escogitato un metodo ahimè sempre efficace, ma terribilmente letale. La donna, vedova e sola, aveva disseminato in cortile esche velenose per i gatti, che fortunatamente non hanno mietuto vittime, quantomeno non con certezza.
I vicini di casa da qualche giorno avevano notato vari contenitori di carta stagnola sparsi nel cortile: una novità, visto che Lina non ne aveva mai usati. All’interno, la scoperta di esche velenose, quelle di tipo “tradizionale”. Per questo hanno immediatamente allertato i vigili urbani, che hanno perquisito la casa sabato scorso nel pomeriggio e, successivamente, hanno denunciato la donna all’autorità giudiziaria.
I bocconi sono stati sequestrati e consegnati all’istituto zooprofilattico di Legnaro: dalle analisi è risultato che si trattava di fosfuro di zinco, un potente veleno per topi in grado di uccidere anche gatti e cani. L’anziana, inizialmente, ha tentato di difendersi sostenendo che si trattava di semplici prodotti per le piante, poi però le analisi di laboratorio l’hanno smascherata. Ora dovrà rispondere del reato di “tentato avvelenamento di animali”, secondo l’art.544 bis C.P..
“Eravamo molto preoccupati,” raccontano i vicini, “perché durante il giorno i nostri gatti passeggiano lungo la via ed entrano anche nelle proprietà confinanti: possiamo capire che la cosa possa anche dare fastidio, ma non può essere risolta con i bocconi avvelenati, anche perché in questo quartiere ci sono anche tanti bambini piccoli e non si sa mai cosa può accadere”.
Claudia Resta
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