Nonostante già dal 2004 fossero in vigore, in Italia, norme che condannano la fabbricazione e la commercializzazione di pellicce di cani e gatti spacciate per quelle di altri animali, finalmente dal 1° Aprile è entrato in vigore il Decreto Legislativo del 15 Marzo 2010 che vieta la commercializzazione, l’importazione nella Comunità Europea e l’esportazione fuori della Comunità di pellicce di cane e di gatto e di prodotti che le contengono.
La novità, positiva, è che, mentre era già sanzionata nel nostro paese la produzione è l’utilizzo di queste tipologie di pellicce nel confezionamento di altri capi d’abbigliamento, ora finalmente le sanzioni si estendono anche all’importazione e all’esportazione dei capi in questione e delle pellicce; sanzioni che prevedono l’arresto da uno a tre mesi e un’ammenda che va da 5000 a 100000 euro, oltre ovviamente alla confisca e alla distruzione del materiale a proprie spese.
Pronte, e molto positive, sono state ovviamente le reazioni dei rappresentanti di molteplici associazioni che da anni si battono contro questo commercio clandestino, che si sono detti molto soddisfatti di questa conquista che costituisce sicuramente un grande deterrente al traffico; gli stessi, in maniera unanime, auspicano ovviamente un aumento dei controlli in merito, in modo da stroncare definitivamente questa piaga, in passato fortemente presente nel nostro paese; le associazioni di settore denunciano prevalentemente l’importazione di capi con inserti di pellicce di cani e gatti provenienti dalla Cina, dove spesso si ricorre all’utilizzo di questi animali.
Fra le associazioni di settore che si sono occupate del problema, è da ricordare l’impegno di CODICI, che in più occasioni aveva denunciato in passato questo commercio illegale, mettendo in guardia i consumatori ad essere sempre attenti ai loro acquisti.
Un risultato lieto, dunque, e anche un primato italiano: il nostro paese è stato infatti il primo in Europa a mettere al bando questo commercio.