I gatti hanno un udito finissimo e molto sofisticato. E’ opinione comune che i felini siano degli intenditori di musica classica, ma la faccenda non è così semplice. Già, perché se con ogni probabilità una sonata di Beethoven gli è più gradita di un pezzo heavy metal, non è detto che la musica scritta per e suonata da umani sia per loro il non plus ultra. Si può fare di più.
Ecco allora che nasce il progetto music for cats. L’ideatore è David Teie, violoncellista americano della National Symphony Orchestra, che in coppia con Charles T. Snowden, psicologo della University of Wisconsin, ha realizzato una suite di brani dedicati al mondo dei felini. E il New York Times non ha esitato a inserirlo tra le “top idea” del 2009.
Per il momento le composizioni sono tre, diverse tra loro per sonorità e finalità: le “kitty ditties”, composizioni per gattini rapide e allegre, imitano i versi degli animali che stimolano la curiosità dei cuccioli; le “cats ballads”, ballate per gatti, vogliono rilassare e sfruttano il fruscio, suono che evoca nei mici quello dell’allattamento; e infine le “feline airs”, arie feline, dedicate a emozioni contrastanti come la gioia e il dolore, che vengono attivate nel felino ascoltatore attraverso la riproduzione del suono delle fusa. Il tutto nel pieno rispetto di precise regole di composizione armonica e senza l’utilizzo di versi animali.
Nei prossimi mesi è in programma l’uscita del primo cd per gatti. Ma la vera sfida di David Teie si chiama musica a ultrasuoni. Cercando di catturare la vasta gamma acustica dei gatti, più varia anche di quella canina, il violoncellista vorrebbe riuscire a riprodurre musicalmente i suoni, come quello del verso di un topo, che stimolano l’istinto di caccia degli animali.
Ques’iniziativa apparentemente bizzarra, nasce da uno studio di oltre due anni condotto da David Teie e Charles Snowden sulle sonorità “specie-specifiche”. Se da un lato, infatti, esistono suoni che sono universalmente graditi all’udito umano, dall’altro ce ne sono altri che possono essere apprezzati da differenti specie animali. Lo studio di Teie, che si è rivolto a diverse specie di mammiferi, delle quali è stata analizzata la reazione a quattro diversi stili musicali, è uscito sul numero dello scorso settembre di Biology Letters of the Royal Society.
Sensibili a ballate, così come a ritmi più serrati, gli animali studiati rimanevano quasi indifferenti alla musica umana. Era necessario cominciare a comporre musica per animali. Teie ha cominciato dai gatti, ma sta per arriavare il turno dei cani e dei cavalli.