Come spesso vi abbiamo ricordato, le tartarughe marine sono a rischio estinzione. Minacciate dall’inquinamento e dall’incuria umana, spesso questi splendidi e indifesi animali rimangono incastrati tra cavi elettrici, buste di plastica e reti dei pescatori. Spetta poi, e per fortuna che ci sono loro, ai biologi marini e volontari delle varie associazioni ambientaliste liberare e occuparsi del recupero degli esemplari rimasti feriti. Sarebbero probabilmente destinati alla morte se non ci fosse l’intervento di un equipe di medici, biologi e volontari. Come è accadtuto a Tchompi, una tartaruga marina che circa un anno fa fu ritrovata in pessime condizioni, per non dire disperate.
Rimasta accidentalmente impigliata tra le reti da pesca, aveva quasi del tutto perso una pinna e danneggiato seriamente le altre tre. Ma grazie al prezioso intervento del medici del Rescue Turtles Center, la povera tartaruga ha ritrovato la sua autonomia.
L’intervento chirurgico a cui è stata sottoposta è stato delicatissimo. I veterinari hanno dovuto amputarle una pinna ed inserire viti e piastre metalliche, utilizzando anche pezzi di osso ricavati dal guscio, con tecnica ed esperienza, rischio e fantasia. Oggi però Tchompi è tornata alla vita. Accompagnata sulla spiaggia israeliana di Bet Yanai da una schiera di appassionati, studiosi e bambini, ha potuto riconquistare le acque del mare aperto. Con calma, lentamente: come ogni tartaruga che si rispetti.