Alcuni cani hanno fiuto per la droga, ma altri preferiscono andare diritto ai soldi. In Gran Bretagna li chiamano cash dogs: sono dei cani specializzati nell’intercettare il denaro trasporato illecitamente. Sono trenta esemplari in tutto, prestano servizio nei porti e negli aeroporti d’Oltremanica; oltre al Regno Unito solo Stati Uniti e Israele possiedono unità cinofile con identica specializzazione. Ma come entrano in azione questi cani acchiappasoldi? Obbediscono ad un rituale ben preciso: l’istruttore per prima cosa gli fa indossare un’imbragatura azzurra: è segnale che il lavoro sta per iniziare. Una volta scovato il denaro, l’animale si blocca e riceve una ricompensa dall’’istruttore: una pallina da tennis è il premio per ogni centro.
In Italia è nata una collaborazione tra le Fiamme Gialle di Malpensa e la polizia di frontiera inglese che si è concretizzata a fine dicembre 2008 con l’arrivo a Malpensa di Robbie, uno springer spaniel che sguinzagliato tra i banchi del check in non ha tardato a scovare esportatori di valuta, arrivando là dove nemmeno minuziose perquisizioni fatte dagli uomini arrivano. Il risultato? In soli due giorni ha raccolto 200 mila euro e 40 mila dollari.
Oggi anche il gruppo Malpensa delle Fiamme Gialle può vantare due “unità cinofile anti-valuta”: due labrador, Cash e Tango, in grado di fiutare e segnalare le persone che trasportano quantità rilevanti di denaro contante, anche se nascosto in doppifondi nei bagagli. “Un servizio assolutamente innovativo – dichiara il comandante della Guardia di Finanza di Varese – il primo attivato tra le forze di polizia in Italia, esistente solo in altri 4 nazioni a livello mondiale. Ha contribuito a circa il 30% dei risultati ottenuti nel settore valutario ed ha fornito anche un apporto fondamentale in due operazioni internazionali di polizia”. (A. B.)