«Salvate gli ultimi cento levrieri sardi: sono a rischio estinzione». E’ l’appello lanciato da pochi ma tenaci allevatori e appassionati, che stanno tentando di ridare valore a una specie canina le cui radici storiche affondano in un passato davvero remoto.
I levrieri arrivarono probabilmente in Sardegna quasi tremila anni fa, quando le prime navi fenicie sbarcarono sull’isola; e’ impressionante la somiglianza che gli esemplari attuali conservano con quelli allevati nell’antichita’ dagli Egizi. Per farsene un’idea e’ sufficiente dare un’occhiata a una raffigurazione di questo animale sui sarcofagi.
L’allarme lanciato dagli allevatori ci dice che sull’isola restano ormai solo cento esemplari di levriero con linee pure di discendenza; se non si interviene immediatamente questa razza e’ condannata all’estinzione.
Marco Zedda, docente di anatomia nella facolta’ di veterinaria sassarese, spiega: «Questi levrieri sono davvero in pericolo: c’e’ bisogno dell’impegno di tutti per salvarli. Ricordano i cirnechi dell’Etna. Noi stiamo facendo studi sul Dna proprio per tentare di valutare diverse implicazioni tese a valorizzare le nostre specie autoctone».
Il lavoro di ricerca dovrebbe organizzarsi secondo tre direttrici: innanzitutto si dovrebbe confermare il numero preciso di esemplari presenti sull’isola; in secondo luogo si dovrebbe approfondire l’indagine storica –ritrovamenti archeologici dimostrano che la presenza di questa razza sul territorio sardo puo’ aggiungere dettagli importanti sulla storia della regione. Infine, ma si tratta forse dell’aspetto piu’ importante, occorre incrementare l’impegno scientifico volto alla salvaguardia di questi splendidi animali.
La presenza di una specie dalle origini cosi’ antiche suscita curiosita’ anche sulla terraferma. A Milano e nel Nord Italia si studiano con interesse le rotte che hanno condotto originariamente levrieri nell’isola.
A Milano in particolare gli egittologi starebbero cercando di stabilire connessioni e rapporti tra gli ultimi esemplari sardi e quelli che ancora oggi vivono in alcune regioni mediorientali.
Ma al di la’ dell’interesse scientifico e della curiosita’ storica, sono gli allevatori che da generazioni si tramandano la cura di questa razza, a chiederne insistentemente la tutela.
Francesco Ruiu, allevatorie di levrieri a Ploaghe, racconta, per esempio, di come l’anno precedente gli abbiano avvelenato diversi cani e come ora sia rimasto solo con un maschio e una femmina. Se non si interviene con una politica di protezione, non ci sara’ modo di salvare questa bellissima razza.
Stesso discorso fa un altro allevatore di Ploaghe, Mauro Masala: «Li ho avuti da mio nonno, che a sua volta li aveva ereditati dai suoi avi – rileva – Oggi ne posseggo cinque: quattro maschi e una femmina, tutti purissimi».
Secondo Andrea Sarria, presidente dell’Ordine regionale dei veterinari e sensibile al fascino di questi splendidi animali, occorre partire proprio da qui: dall’urgenza segnalata da chi questi esemplari li cresce, li cura e li alleva, ma anche dalla considerazione del valore storico e scientifico che la razza dei levrieri rappresenta per il patrimonio culturale della Sardegna.
«La sopravvivenza di questi ultimi esemplari sardi e’ troppo importante perche’ tutti noi possiamo trascurare di fare qualcosa per salvaguardarli», conclude Sarria.