Monti e la tassa sui cani: nessuna fonte autorevole ha confermato la notizia.
Sul web è apparso un messaggio allarmante sulla questione della volontà del Governo Monti di mettere una tassa su cani, gatti e animali da compagnia. Ma in questo messaggio non veniva citata nessuna fonte o un riferimento credibile. Il testo che circolava in rete era questo: “CI MANCAVA SOLO QUESTA: Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici. Ogni famiglia dovrà pagare una tassa su ogni animale domestico in quanto il signor Montili definisce BENI DI LUSSO, non beni affettivi. La ringraziamo, professor Monti, perche in questo modo, lei sarà complice dell’aumento degli abbandoni, delle uccisioni, e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non puo permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile. COPIA E INCOLLA“. Il messaggio nasce probabilmente dall’interpretazione di un articolo del Corriere della Sera del 27 ottobre 2011 firmato da Danilo Mainardi, in cui Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari (Anmvi), dichiara amareggiato che “tra le sette categorie del nuovo redditometro sperimentale presentato all’ Agenzia delle Entrate comparirebbero le spese veterinarie per gli animali una volta detti da compagnia e che oggi si preferisce chiamare d’ affezione”. La critica al redditometro da parte dell’Anmvi era stata ampliamente descritta in un post sul sito dell’Associazione. Ma nel passato l’imposta sui cani era un tributo comunale italiano istituito con regio decreto n. 1393 del 1918, modificato e reso obbligatorio in tutti i comuni con decreto n. 1175 del 1931 e definitivamente abrogato con la riforma tributaria del 1974.
Maria Pezzillo
Redazione Petpassion.tv