Rubacuori, per tutti Ruby, era solo un trovatello, un cane meticcio come tanti, ma da qualche anno è il simbolo del riscatto dei cani adottati in canile. Dal 2008 è presidente dell’Associazione Secondazampa che si occupa di cani in difficoltà ed ha raggiunto un’incredibile notorietà grazie alla sua autobiografia, da poco rieditata con il titolo Avevo solo una manciata di stelle. La storia vera del cane Ruby.
Eppure la vita di Ruby non è sempre stata così felice… ce lo racconta proprio lui in questa intervista , rilasciata a pochi giorni dall’uscita del suo libro.
1. Innanzitutto, raccontaci un po’, chi è Ruby?
Sono un cane come tanti, persino un po’ banale a guardarmi bene.
Sono anzianotto, ho pochi denti e un passato burrascoso.
Fatto di 8 anni di canile, poi la rivincita arrivata improvvisa con la mia adozione.
Da allora ho conosciuto la vita vera.
E finalmente sono arrivate tante soddisfazioni.
Sono diventato simbolo dei cani adottati e delle loro seconda vita a seguito dell’adozione.
Mi sono autoproclamato Presidente dell’Associazione Secondazampa e sono pure diventato scrittore.
2. Con chi vivi oggi?
Oggi vivo con una famiglia di tre umani (di cui una treenne) e una quadrupede, mia sorella Ciccolina.
Ho una ciotola tutta mia e anche una cuccia molto morbida.
3. Un cane che scrive un libro: come è nata l’idea dell’autobiografia?
Beh! Dopo essere stato adottato e essermi autoproclamato Presidente di Secondazampa (che oggi ha più di 112.000 fans), avevo voglia di raccontare la mia storia a tutti voi umani per farvi capire quanto sia importante adottare i cani nei canili. Ci sono esseri dimenticati dal mondo che per anni non hanno nemmeno la possibilità di fare una sola passeggiata. Attendono, attendono. Non sanno neanche bene cosa.
4. Ti va di riportare un passo del libro che ti ha particolarmente emozionato?
Questo decisamente riassume un po’ tutto: “La vita in canile è simile a una prigione. Pian piano tutto ciò che esiste fuori diventa sempre più sfocato. Fino al giorno in cui non lo ricordi più. E scompare. Ciò che resta è solo un cubo vuoto: il tuo box. Eppure, quella scatola ha un punto debole, un lato aperto dal quale si può osservare il cielo, le stelle, e lasciarsi andare all’immaginazione. Quell’unico lato del mio cubo è stato ciò che mi ha tenuto in vita. Era tutto ciò che possedevo: una manciata di stelle, lì a ricordarmi che qualcosa, al di là del cubo, c’era ancora. ”
Ma non lasciatevi trarre in inganno! La storia del libro è una storia di profonda speranza, che esce dal contesto canino per allargarsi a tutti coloro che si trovano in difficoltà e che ancora non vedono la fine del tunnel.
Umani e quadrupedi, io lo posso dire: la luce in fondo c’è sempre. Basta crederci.
5. Dove possiamo trovare il libro?
Dopo un anno di autopubblicazione con il titolo Il cubo di Ruby durante il quale è diventato un vero e proprio caso editoriale, il 27 gennaio è stato ripubblicato con un nuovo titolo Avevo solo una manciata di stelle. La storia vera del cane Ruby dalla Sperling & Kupfer. E’ possibile trovarlo facilmente sia on line (in versione cartacea e ebook) su tutti i maggiori portali editoriali italiani sia in libreria.
Ringraziamo di cuore Ruby per averci rilasciato questa intervista raccontandoci la sua esperienza: una storia vera che scalda il cuore e ci ricorda che il canile non può essere un punto d’arrivo, ma deve essere un punto di partenza. E dipende solo da noi.
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