Stando alle stime delle ricerche mediche più recenti, si registra un aumento delle morti a causa di tumore nei cani.
Lo riporta un articolo scritto dal medico veterinario Nicola Imbimbo nel numero di dicembre della rivista “I Nostri Cani”.
Il dato varia da razza a razza, oltre che individualmente, così come sono molteplici le cause. Alcune razze sono particolarmente colpite: i beagle e i golden retriever si ammalano frequentemente di tumori alla tiroide; mentre tra i boxer e i labrador sembra piuttosto diffuso il tumore della pelle e tra i pastori tedeschi quello della milza.
Lasciando da parte la questione legata alla razza, nell’articolo si trova un’analisi approfondita degli apparati più colpiti dal cancro. Estremamente a rischio è l’apparato emopoietico, quello che produce le cellule del sangue, nel midollo osseo, e gli epiteli dell’apparato gastroenterico e respiratorio.
Fortunatamente, al dilagare di questa tremenda malattia corrisponde un progresso della ricerca in campo medico. I veterinari sfruttano i risultati delle cure nate in laboratorio e già sperimentate sugli umani.
Scrive a questo proposito Nicola Imbimbo: ”La costituzione biologica tra uomo e cane e’ simile e l’insorgenza di molte patologie neoplastiche nel cane, come nell’uomo e’ spontanea, al contrario di altri animali quali quelli di laboratorio dove l’insorgenza delle patologie tumorali e’ indotta da sostanze che provocano la crescita dei tumori. Il cane quindi e’ un anello di congiunzione fondamentale nella ricerca scientifica in quanto questa ‘biosimilitudine’ fa in modo che farmaci antitumorali attivi nel cane abbiano molte probabilita’ di essere efficaci anche nella cura delle malattie tumorali dell’uomo”.