I lupi neri sono tanto rari che i genetisti hanno voluto vederci chiaro, e i risultati delle loro ricerche sono stati pubblicati sulla rivista Science. Qual è il segreto, allora? I lupi neri che abitano in Italia e nell’America del Nord hanno acquisito la loro colorazione grazie all’incrocio con i cani. Questa la scoperta di un team di ricercatori americani con la collaborazione di ricercatori italiani dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Un incrocio col cane domestico, avvenuto più o meno diecimila anni fa, in America del Nord come sul nostro Appennino, che avrebbe portato alla nascita di lupacchiotti dal mantello nero, favoriti nella sopravvivenza nelle foreste e quindi capaci di trasmettere i loro geni alle generazioni successive. Pare che i lupi neri sopravvivano meglio degli altri alla vita della foresta: grazie al loro mantello nero sarebbero più avvantaggiati nell’oscurità delle foreste rispetto ai più frequenti lupi bianchi o grigi.
“Abbiamo sempre detto che il cane è disceso dal lupo, – ha spiegato uno degli autori dello studio – adesso abbiamo le prove che anche il lupo deve qualcosa al cane.” Probabilmente, a favorire la diffusione del gene nero sarebbe stata l’espansione a nord delle foreste boreali, dovuta ai cambiamenti climatici naturali del pianeta, dove i lupi dal mantello scuro se la cavano meglio rispetto ai loro fratelli grigi tipici delle tundre e nelle regioni fredde. Da un certo punto di vista, proseguono gli autori, ciò mostra che anche l’azione dell’uomo può influenzare in senso positivo l’evoluzione, persino promuovendo l’aumento della diversità.
Se la validità di questa ipotesi fosse verificata sarebbe la prima volta che un carattere (il mantello nero) che arriva da un animale domestico (il cane) dia una mano alla sopravvivenza di una specie spesso minacciata. (A.B)