La redazione di PetPassion riceve e pubblica
Ogni santa mattina all’alba, gli abitanti di Via Verdi e zone limitrofe a Villa di Serio in provincia di Bergamo, vengono svegliati dal canto di un gallo, che puntuale come un orologio svizzero scandisce il passare delle ore con il suo chicchirichì a intervalli regolari a partire dalle 3 fino all’imbrunire (circa le 20).
Alcuni vicini esasperati si sono rivolti al servizio di consulenza AIDAA dedicato agli animali in condominio, in quanto il gallo contrariamente a quanto si possa credere vive non già in un’allegra fattoria attorniato dalle galline, ma all’interno di un giardino privato e per giunta senza il conforto delle compagne pennute.
I vicini lamentano il fatto che il gallo, che a loro dire sarebbe depresso a causa della solitudine, non li lascerebbe dormire sonni
tranquilli, e da qui la richiesta di consulenza ad AIDAA per capire quali rimedi si possano adottare per tutelare e far convivere il
benessere del gallo e il sonno dei vicini.
Dopo aver verificato con gli esperti del comune la situazione, si è scoperto che in realtà i galli in questione sono più di uno. Ma
nonostante ciò non esiste alcun regolamento che vieti agli animali da cortile di vivere all’interno di un giardino, sia pur condominiale.
A questo punto avviene il colpo di scena: il gallo può continuare tranquillamente a cantare, e i vicini potranno eventualmente chiedere ai veterinari dell’ASL la verifica per il superamento dei decibel provocati dal suo canto. Se tali limiti saranno superati, si potrà chiedere l’allontanamento del pennuto, con destinazione una fattoria con possibile contorno di compiacenti gallinelle. Così come del resto chiesto dagli stessi vicini inviperiti dalla perdita del sonno.
“In Lombardia per parlare di allevamento occorre la presenza di almeno 20 esemplari di animali da cortile – ci dice Lorenzo Croce, Presidente Nazionale AIDAA –. Pertanto il gallo può stare al suo posto, come se si trattasse di un animale da compagnia. Ovviamente, aldilà del lato comico, è giusto garantire il diritto al riposo del vicinato, e visto anche che il gallo in questione vive in atroce solitudine, la proposta che avanzeremo al proprietario del gallo sarà quella di un suo trasferimento coatto presso una fattoria dove possa svolgere in santa pace tutte le sue funzioni: canterine e riproduttive. Ovviamente – conclude Croce – tale accordo prevedrebbe l’impossibilità di uccidere il gallo trasformandolo, come qualche vicino si auspica, in un buon arrosto.”