Tommaso Ferraro, ventinovenne di Ragusa, si è trovato nell’assurda situazione di vedersi negato l’accesso al proprio cane guida, indispensabile per la sua condizione di non vedente: la sua denuncia è arrivata dopo che i gestori di un grande centro commerciale gli hanno impedito di entrare all’interno dell’esercizio accompagnato dal suo cane, non sapendo, probabilmente, che i cani guida nell’esercizio delle loro funzioni hanno per legge accesso in ogni esercizio, anche laddove sarebbe normalmente vietato, proprio per il loro ruolo indispensabile di assistenza.
«Oggi ho dovuto addirittura chiedere l’intervento dei carabinieri per riuscire a entrare con il mio inseparabile cane guida in un grande centro commerciale di San Giovanni La Punta (Catania).
È vergognoso che chi gestisce e dirige esercizi aperti al pubblico non conosca la legge».
Tommaso, insieme alla gemella Josalinda è stato due anni fa il primo paziente a sottoporsi a Philadelphia, grazie a Telethon, a un innovativo intervento anti-cecità, la prima sperimentazione clinica della terapia genica per curare una forma di cecità ereditaria.
«Ho mostrato il tesserino su cui è riportato anche il testo di quanto prevede la legge in materia di cani guida – racconta il giovane – ma non c’è stato niente da fare. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine mi è stato concesso di accedere al centro commerciale, scortato dal personale che mi seguiva passo passo, ma mi è stato vietato l’accesso al reparto alimentare. Il cane rappresenta i miei occhi. È impensabile per un cieco parcheggiare il suo cane guida. Si parla tanto di abbattimento delle barriere architettoniche e d’integrazione ma, a oggi siamo ancora molto molto indietro».