Rachel Grant della Open University di Milton Keynes, ricercatrice che studia da anni i comportamenti degli anfibi ha recentemente lanciato questa teoria, secondo la quale i rospi sarebbero in grado di percepire in anticipo l’arrivo di scosse di terremoto.
La sua teoria è stata sviluppata proprio a partire da ciò che è accaduto ad aprile 2009 in Abruzzo, quando, secondo le ricerche della Grant e dei suoi colleghi, alcuni rospi presenti nella zona già da cinque giorni prima del sisma hanno cominciato a scappare dalla zona coinvolta.
Rachel Grant studia da anni i comportamenti riproduttivi e le abitudini di vita dei rospi, e proprio per ricerche collegate a questo tema si trovava nelle Marche, a circa 74 chilometri dall’epicentro della scossa: durante lo studio della fase riproduttiva dei rospi della zona, l’etologa si accorse che, mentre solitamente gli animali raggiungono il sito dove si trovano le loro femmine e lo abbandonano solo a fecondazione avvenuta, in questo caso, inspiegabilmente, l’abbandono è avvenuto molto prima di questa fase; circa cinque giorni prima del terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo: “L’unica ipotesi valida è che i rospi abbiano avvertito l’imminenza di un sisma e, spaventati, siano fuggiti via. Probabilmente – ha detto la Grant – i rospi sono dotati di molti recettori geomagnetici sul corpo, e gli anfibi usano il geomagnetismo per orientarsi. E’ possibile dunque che abbiano “annusato” dei pericolosi cambiamenti geomagnetici in atto prima del sisma“.
L’esito della ricerca è stato riportato sulla rivista scientifica Journal fo Zoology nel 2009, proprio in virtù della sua particolarità; se la teoria dovesse dimostrarsi vera, indubbiamente sarebbe possibile sfruttare questi animali come indicatori di possibili fenomeni sismici simili a quello avvenuto e, semplicemente osservando i loro comportamenti, adottare misure precauzionali.