Molti studiosi concordano nel considerare il repertorio vocale felino enorme ed estremamente complesso. Ma qual è il significato dei miagolii del gatto?
Il fatto che i miagolii del gatto facciano parte di un ampio repertorio stupisce perché in natura sono le specie che vivono in gruppo, quelle che necessitano di sistemi di comunicazione più articolati e la razza felina non è di certo considerata tra le più socievoli.
Perché il gatto miagola?
Il motivo di questa apparente incongruenza è che il gatto domestico si serve contemporaneamente di due vocabolari. Allo stato selvatico, l’animale impiega una serie di suoni nel suo rapporto con i piccoli e la sostituisce con un’altra serie quando gli esemplari hanno raggiunto la vita adulta. Nell’ambiente domestico, invece, il gatto mantiene le sue vocalizzazioni «infantili» fino alla maturità, migliorandole nel processo di crescita.
La complessità del vocabolario dei miagolii del gatto può inoltre essere spiegata attraverso la gamma di variazioni che presenta un unico tipo di suono. Un uccello, per esempio, esprime una situazione di allarme soltanto con un fischio e sempre con quel fischio. Man mano che aumenta la sua paura, l’animale non fa altro che ripetere più spesso il fischio e magari anche più velocemente. Quando un gatto è impaurito, invece, riesce a emettere una discreta varietà di miagolii tanto diversi tra loro, da poter essere decifrati ciascuno come vocalizzi diversi e separati.
Quali sono i significati dei miagolii del gatto?
Difficile dire quanti siano i suoni emessi dal gatto; certo è che questi gli consentono un’interazione comunicativa molto varia con gli altri gatti e con gli umani. Cercare un significato per ciascuna delle modulazioni di un certo miagolio sarebbe un lavoro immane e forse insensato; più importante è forse individuare i messaggi fondamentali che il gatto comunica.
Ne possiamo indicare almeno 6:
1. “Sono arrabbiato”: il gatto ringhia, gorgoglia, geme e ulula. Ognuno di questi suoni ha una diversa intensita’.
2. “Ho paura”: il gatto spaventato e braccato emette un suono di gola simile a un ululato prolungato e con intensità crescente.
3. “Sto soffrendo”: il gatto che soffre emette un vero e proprio grido, uno strillo non prolungato e molto acuto.
4. “Ho bisogno di attenzioni”: questo è un messaggio fondamentale ed è veicolato dalla vastissima gamma di “miao” che il gatto è in grado di articolare in relazione alle diverse situazioni.
5. “Vieni con me”: per salutare o per attirare l’attenzione del proprietario di solito il gatto emette un suono simile a un trillo.
6. “Sono inoffensivo”: in questo caso il gatto, che è in uno stato di benessere, usa le classiche fusa.
Tuttora non è ben chiaro il modo di funzionamento dell’apparato vocale felino; a lungo si è pensato che la glottide fosse doppia, con due diversi tipi di corde vocali: le Inferiori, o Vere corde vocali, e le Superiori, o False corde false.
Il timbro di voce del gatto è particolare e unico; non solo, vi sono razze feline più loquaci e razze più taciturne: le razze orientali fanno parte del primo gruppo (Siamese, il Tonkinese, ecc.), mentre il Persiano e’ considerato la razza meno loquace per eccellenza.