L’inverno russo, si sa, è particolarmente rigido, e di conseguenza anche le possibilità di trovare cibo per gli animali selvatici diminuiscono drasticamente; è per questo che, soprattutto nei periodi di clima più rigido, molti dei gatti selvatici russi cominciano ad avvicinarsi ai villaggi e alle città, mossi dalla necessità di trovare cibo dove è più facile che ve ne sia.
I gatti infatti, avvicinandosi verso i centri abitati, possono sfruttare molte delle risorse legate alla presenza dell’uomo, a volte anche causando problemi solitamente imputati ad altri predatori, come l’uccisone di polli allevati dai contadini, che hanno ritrovato spesso le gabbie dei pollai aperte.
Questi eventi sono indice inequivocabile del fatto che le temperature in questo inverno sono state molto più rigide del normale, poichè solitamente questi gatti selvatici non si sarebbero avvicinati tanto agli insediamenti umani, portando a volte anche disagi, ma si sarebbero accontentati, come sempre, dei piccoli roditori, uccelli e lepri trovate nelle foreste orientali, loro habitat naturale: la scarsità di risorse causata dalle rigide temperature li ha invece costretti a spostarsi dalle loro case abituali.
Questi gatti, originari delle foreste orientali, sono un po’ più grandi del gatto domestico: sono lunghi dai 75 ai 90 cm circa, e pesano intorno ai 4 chili e mezzo. Questi felini vivono in Estremo Oriente, nel bacino del fiume Amur e nel Mar del Giappone.