E’ emergenza gatti abbandonati, molte volte buttati nei cassonetti dell’immondizia da padroni senza coscienza che si sbarazzano dell’amico a quattro zampe quasi fosse un qualunque rifiuto.
La denuncia arriva dall’associazione San Francesco per la tutela degli animali, che parla di sessanta mici abbandonati da Pasqua ad oggi. Più una quindicina di interventi per i cani, soprattutto maltrattati.
Cinque mici neonati sono stati trovati in un bidone dei rifiuti da una famiglia in passeggiata con il cane, che dopo averli sentiti miagolare ha iniziato ad abbaiare. Raccolti e portati all’associazione San Francesco (che ha lo scopo di dare rifugio ai trovatelli provvedendo all’adozione), nonostante le cure e i tentativi di salvarli, per i cuccioli non c’è stato niente da fare. A questo primo caso registrato il 28 marzo – e purtroppo anche il più crudele che dalla primavera all’estate è diventato ricorrente – ne sono seguiti tanti altri.
Sono una sessantina i gatti abbandonati dai padroni per un’emergenza ininterrotta che prosegue da Pasqua. La situazione è molto grave, «drammatica», secondo la presidente del sodalizio Cristina Gasparo. «Questa gente non ha rispetto, abbiamo a che fare con situazioni di crudeltà e insensibilità».
E ancora: una femmina con l’intera cucciolata è stata lasciata nel Piave. Oppure gatti ormai avvezzi alle crocchette e alle abitudini domestiche si trovano di punto in bianco fuori da una porta, abbandonati senza riguardo nè scrupoli, nell’impossibilità di riadattarsi.
Per porre un freno all’emergenza, Cristina Gasparo lancia un appello: «Chiediamo a chi tiene un animale di sterilizzarlo», dice. «Offriamo anche un posto dove accudirlo durante le vacanze con le sole spese di mantenimento perché non venga abbandonato».
Per quanto riguarda i cani, l’allarme è legato in particolare ai maltrattamenti. Su una quindicina di interventi eseguiti dal sodalizio feltrino, sei esemplari erano chiusi in un appartamento di Alano di Piave, dove sono stati recuperati ad aprile in condizioni critiche. E «spesso ci troviamo costretti a togliere gli animali al padrone. Riusciamo a mantenere gli esemplari di piccola taglia, mentre il canile municipale (con cui la collaborazione è stretta) si fa carico di quelli grandi», aggiunge la presidente dell’associazione San Francesco. «La situazione comunque è migliorata grazie al chip e alla registrazione all’anagrafe canina».