Sicuramente con un cane le cose sono più facili, ma non pensiate che sia impossibile educare un micio, basta solo un po’ di impegno!
È una domanda che si pongono molti neo proprietari di gatti: sarà possibile educare un gatto come si fa con un cane? Certo, è possibile, ma bisogna tenere conto di un fattore importantissimo. Il cane imparerà piano piano ad ubbidire alle nostre richieste perché vuole compiacerci. Il gatto, invece, stabilirà se decidere di acconsentire alle nostre richieste o meno. Facciamo un esempio pratico: il gioco della pallina con riporto.
Sia il cane che il gatto possono essere addestrati a rincorrere la pallina e a riportarla indietro. Ma il cane, una volta imparato, andrà avanti per ore e ore a fare questo gioco, saremo noi a doverlo stoppare. Il gatto, invece, ce la riporterà solo fino a quando non avrà deciso che il gioco lo annoia o che la farfalla che sta passando fuori dalla finestra è più interessante!
Educazione e addestramento sono la stessa cosa?
In teoria no. L’educazione di un gatto consiste nell’insegnargli come si deve comportare correttamente in casa: per esempio, dove deve mangiare, dove può sporcare, non arrampicarsi sulle tende, non mordicchiare i fili della corrente o non rifarsi le unghie sul divano.
L’addestramento del gatto, invece, significa insegnare determinati comportamenti: per esempio, il gioco del riporto della pallina, entrare nel trasportino quando richiesto, saltare da un ripiano all’altro su comando o anche farsi mettere pettorina e guinzaglio.
A che età bisogna iniziare a educare un gatto?
Un gatto va educato sin da cucciolo, sin da quando mette zampa in casa. Se vogliamo agire sul comportamento del gatto, dobbiamo agire sin da subito: al gattino piccolo dobbiamo insegnare a non arrampicarsi sulle tende, a non rifarsi le unghie sulle porte o sul divano e dove deve sporcare.
È, infatti, più difficile modificare un comportamento del gatto quando sono ormai anni che agisce in quel modo. Molto meglio intervenire sin dalla più tenera età.
È anche vero che ci sono gatti maggiormente predisposti ad imparare rispetto ad altri, esattamente come ci sono cani che imparano prima degli altri.
Come educare un gatto?
Se vi state chiedendo come educare e come addestrare un gatto, sicuramente le chiavi sono tanta pazienza, costanza e coerenza. Meglio utilizzare la tecnica del rinforzo positivo: quando il gatto fa qualcosa di giusto, premiatelo con lodi e bocconcini di cibo a lui graditi. Il rinforzo negativo, la sgridata dunque, va utilizzata con parsimonia e solo nelle giuste condizioni. Un gatto che si rifà le unghie sulla tenda in quel momento, può essere sgridato con un No deciso e secco. Un gatto che si è rifatto le unghie un’ora prima, non va sgridato perché non potrebbe mai associare la sgridata al comportamento scorretto tenuto tempo prima.
Ricordatevi sempre di fornire anche delle alternative al gatto. Se non volete che si rifaccia le unghie su tende, divano e porte, garantitegli delle alternative che siano a lui gradite: si tratta di indirizzare comportamenti fisiologici del gatto verso alternative accettabili sia per noi che per lui.
Se volete insegnargli ad entrare nel trasportino, trasformate quel trasportino in una cuccia a lui gradita. Al posto di tirarlo fuori solo quando deve andare dal veterinario (il che per lui vuol dire associare quel trasportino a qualcosa di spiacevole), lasciatelo in casa come se fosse una cuccia, mettendogli magari del cibo dentro. Il gatto si abituerà ad esso e non farà poi difficoltà a farsi mettere dentro quando sarà il momento.
Come educare il gattino a non mordere
È bene insegnare al gattino quando ancora è piccolo a gestire meglio i suoi movimenti e, in particolare, esistono piccoli escamotage da mettere in atto subito per aiutarlo a mordicchiare meno…
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Immagine di copertina: Shutterstock
Approfondimento: Purina Friskies