Se quello trascorso è stato l’anno del Labrador Marley, che dalle pagine del bestseller è finito nelle sale cinematografiche di mezzo mondo, è bene ricordarsi che la letteratura recente, italiana e straniera, non ha certo trascurato i nostri amici gatti.
Vi proponiamo due libri le cui trame ci sono sembrate particolarmente accattivanti e ai quali anche la scorsa fiera di Torino ha dato particolare rilievo.
Il primo si intitola Il compito di un gatto di strada (pubblicato da Einaudi) e la sua autrice è un ex-insegnante di Torino, Margherita Oggero.
Il romanzo narra la storia di Ruggine, un giovane gatto figlio di Rossana, gatta «condominiale» con alle spalle una gioventù trascorsa on the road e Ramon, gran seduttore dotato di uno smagliante sorriso a trenta denti e altre prodigiose qualità. Ruggine è un discendente del mitico felino del Cheshire (lo Stragatto di Alice nel paese delle meraviglie) e la sua missione è quella di vivere fino in fondo la sua natura di “gatto di strada” fatta di invenzioni e strepitosi incontri.
Nel proprio avventuroso peregrinare Ruggine incontra il kafkiano Odradek, un «rocchetto da refe piatto, a forma di stella… con due zampe secche come bacchettine», che gli farà da maestro e da guida.
I due viaggeranno da Trieste in Inghilterra, incontreranno nel cammino persino E.T., ma anche due compagne deliziose con cui poi convivranno.
La Oggero mette sapientemente in scena un racconto colto e raffinato, ricco di trovate semplici e divertenti.
Il secondo si intitola invece Io e Dewey, scritto da Myron Vicky e edito in Italia da Sperling e Kupfer.
La vicenda del piccolo Dewey comincia nel peggiore dei modi. Al mondo da poche settimane, Dewey viene abbandonato, durante la più fredda delle notti invernali della cittadina di Spencer, Iowa, nella cassetta di restituzione della biblioteca. Lo trova, mezzo congelato, la direttrice, che subito decide di prendersi cura di lui. Per diciannove anni la biblioteca sarà la sua casa e il bel micione rosso conquisterà gli abitanti di Spencer con la sua simpatia, il suo calore, e soprattutto con il suo sesto senso nel riconoscere chi ha più bisogno di lui.
Perfino gli scorbutici e i sospettosi cominceranno a cedere alla sua allegria. E giorno dopo giorno, facendo le acrobazie sui lampadari e fra gli scaffali pieni di libri, accucciandosi sulle ginocchia di chi è triste, o mettendosi in pose da divo per le foto con i nuovi amici, la sua serenità scalderà le vite di tutti quanti. Dewey finirà per compiere un vero piccolo miracolo: rasserenare e migliorare la vita delle persone che lo incontralo. Sarà il suo modo per ringraziare chi gli ha salvato la vita. (G.M.)