E’ stato presentato al Senato il rapporto del Comitato Bioetico per la Veterinaria sul congresso a tema “Gli animali e la crisi economica“, tenutosi il 19 luglio a Roma. Nel corso dell’incontro si è discusso sul ruolo degli animali domestici e sulla liceità di ridimensionare le spese a loro dedicate nel quadro della crisi economica mondiale.
Il Comitato Bioetico per Veterinaria è stato fondato nel 1997 con la finalità di approfondire le questioni morali che nascono dalla evoluzione del rapporto tra esseri umani e animali. Nel tempo ha affrontato questioni diverse: l’eutanasia, la macellazione, i cani pericolosi, il maltrattamento genetico, i trasporti animali. È composto da veterinari, filosofi, giuristi e psicologi.
Gianluca Felicetti, presidente della Lav, ha così commentato il rapporto: “Il consumatore non può più essere considerato innocente se le sue scelte determinano, a monte, delle sofferenze a esseri viventi umani o animali.”
Nonostante la crisi molti scelgono ancora di acquistare un cane come un prodotto di consumo quando esiste l’adozione a costo zero, e non vengono sanzionate le attività economica con animali che ha violato una norma, “si sperperano i pochi fondi pubblici per la prevenzione del randagismo in banche dati non accessibili o allestimenti di uffici”, aggiunge la Lav.
Una riflessione positiva? La crisi economica potrebbe avere un lato positivo per gli animali – continua il presidente della lega anti vivisezione – recuperando i valori originari del rapporto uomo-animali fondato sulla solidarietà e il rispetto e se a questa si risponde ripensando i consumi di prodotti d’origine animale, il ricorso a loro per la sperimentazione, il commercio di specie domestiche e selvatiche.