La castrazione del gatto maschio è una tappa base per ogni proprietario di felini. Ci sono sicuramente pro e contro relativi all’intervento chirurgico, ma i proprietari di gatti domestici scelgono quasi tutti la strada della castrazione. Ma quando va fatta? E in cosa consiste l’intervento chirurgico?
Perché si castrano i gatti?
Se ti stai chiedendo perché si castrano i gatti, le motivazioni sono tante. In primo luogo, un gatto maschio, non appena raggiunge la pubertà, inizierà a manifestare una serie di comportamenti legati alla sfera sessuale fra cui miagolii costanti, giorno e notte per attirare le femmine in calore e comportamenti di marcatura del territorio.
Pensiamo poi ai gatti maschi interi (cioè quelli non castrati) che vivono in appartamento: vogliono continuamente accoppiarsi, ma non hanno femmine con cui soddisfare questo costante desiderio, cosa che li spinge col passare del tempo a diventare sempre più frustrati, nervosi e aggressivi.
E i gatti maschi interi che vivono all’esterno? Loro possono accoppiarsi, ma passano gran parte del loro tempo ad azzuffarsi per le femmine, finendo col ricevere morsi e graffi che esitano in ascessi. Inoltre, la loro costante ricerca di una partner li spinge ad allontanarsi parecchio da casa, aumentando il rischio che finiscano vittime di incidente stradali.
Un altro buon motivo per sterilizzare i gatti maschi è ridurre il rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale come la FIV (l’Immunodeficienza Virale Felina).
Infine, castrando i gatti maschi si contribuisce a ridurre il fenomeno del randagismo e la nascita di continue cucciolate.
Castrare gatto: l’intervento chirurgico
Quando si parla di castrare il gatto, si intende l’intervento chirurgico di asportazione dei testicoli, l’orchiectomia. Castrare non è sinonimo di sterilizzare, anche se spesso i due termini vengono usati impropriamente: con la castrazione si impedisce la riproduzione asportando le gonadi, mentre con la sterilizzazione del gatto maschio si ottiene lo stesso risultato, ma senza togliere le gonadi.
In Italia, comunque, non esistono farmaci o impianti sottocutanei registrati per gatti per effettuare la sterilizzazione chimica (esiste, invece, nel cane maschio e si tratta di un impianto sottocutaneo che dura sei o dodici mesi), così come non si attua la legatura dei dotti deferenti a causa dell’alto rischio di complicanze post-operatorie.
Per questo motivo, per castrare un gatto maschio viene eseguito dal medico veterinario l’intervento di orchiectomia. Con il gatto sedato e anestetizzato, ecco che viene eseguita un’incisione sullo scroto: una volta evidenziati i testicoli e liberati dalle tonache, si procede con la legatura dei vasi e dei dotti e la recisione dei testicoli.
L’intervento di castrazione del gatto maschio è solitamente più rapido di quello della femmina, nella quale, invece, si deve intervenire in laparatomia (salvo nel caso si opti per la laparoscopia).
Gatto castrato, come gestire il post-operatorio? >>
Sul quando castrare un gatto maschio, il consiglio è quello di farlo intorno ai sei mesi, prima che cominci a manifestare comportamenti come i miagolii e, soprattutto, la marcatura. Questo perché se lasci che un gatto maschio intero marchi e urini dappertutto per mesi prima di deciderti a castrarlo, ecco che lui probabilmente manterrà l’abitudine di urinare ovunque come faceva prima. Inoltre ricordati che l’urina di gatto maschio intero ha un forte odore muschiato, difficile da eliminare da divani e vestiti.
Sterilizzare il gatto maschio: pro e contro
Sterilizzare il gatto maschio ha sia pro che contro. Questi sono i vantaggi:
- Il gatto non entrerà più in “calore”, anche se il termine è improprio e sarebbe meglio dire che il gatto non assumerà più quegli atteggiamenti tipici del comportamento sessuale. Questo vuol dire che non miagolerà più per richiamare le femmine e, soprattutto, se l’intervento viene eseguito precocemente, non urinerà in giro.
- La sua urina non avrà più un odore così forte e muschiato.
- Tenderà ad essere più calmo e rilassato.
- Tenderà ad allontanarsi di meno da casa.
- Riduzione del fenomeno di randagismo.
- Azzeramento del rischio di contribuire a generare continue cucciolate.
- Si ridurrà quasi a zero il rischio di contrarre malattie trasmesse sessualmente come la FIV.
- Riduzione delle lotte per il territorio con diminuzione delle annesse ferite. Il gatto cercherà sempre di difendere casa sua, ma verrà limitato il territorio che lui considera di sua pertinenza.
- Il gatto maschio castrato non svilupperà neoplasie testicolari.
Questi sono, invece, gli svantaggi:
- Tendenza a ingrassare (ma tutto qui sta nel sapere gestire l’alimentazione del gatto sterilizzato, evitando eccessi alimentari).
- Fattore di rischio per la FLUTD nei gatti predisposti.
- Non potrai, ovviamente, avere una sua discendenza (è bene specificare, infatti, che la castrazione è irreversibile).
Fonti: PubMed, Cat neutering: the earlier the better to tackle overpopulation di Philippa Welsh
Approfondimento: Purinashop