Mancavano solo Baghera e Baloo e gli ingredienti del Libro della Giungla ci sarebbero stati proprio tutti. Una Mowgli dei giorni d’oggi è infatti stata trovata in Siberia, dove cani e gatti si sono presi cura per cinque anni di una bambina rifiutata dai genitori. Vivevano con lei in una sorta di tugurio, senza acqua, fognature né riscaldamento; talmente sporco che la situazione è risultata indescrivibile. La piccola, cinque anni ma non ne dimostra più di un paio, non era mai uscita di casa. Suoi unici compagni, appunto, i cani e i gatti che, in qualche modo, hanno fatto sì che sopravvivesse. Mamme e papà molto più affettuosi di quelli umani, 25 anni lei e 27 lui, che ora si accusano a vicenda scaricando le responsabilità l’uno sull’altra. A loro modo i quattrozampe l’hanno coccolata, nutrita e tenuta al caldo nonostante i gelidi inverni siberiani. E adesso, il loro, è l’unico linguaggio che la piccola conosce: salta addosso alle persone per salutarle, “miagola”, usa la lingua per mangiare e “abbaia” quando viene lasciata sola.
“Se la bambina è cresciuta con loro – spiega Laura Borromeo, specialista del comportamento felino – ha acquisito la loro lingua e verbalizza con il loro linguaggio. Ci sono stati altri casi simili a questo. Ricordo quello del bambino allevato dai lupi: se vedeva gli umani scappava perché non li riconosceva come specie amica e ne aveva paura”.
Ora la bambina è stata affidata a un orfanotrofio dove viene seguita da medici e psicologi. Senza dimenticare, però, quello che i suoi amici animali le hanno insegnato e quel che hanno fatto per lei: “indipendentemente dalle condizioni migliori o peggiori in cui il bambino verrà a trovarsi – sottolinea Marco Baranello, psicologo fondatore della Psicologia Emotocognitiva – il vero trauma è quello del cambiamento. Non è importante il contenuto di ciò che avviene, ma il come: il cambiamento repentino aumenta lo stress che potrebbe portare dei disturbi. Per questo è importante non bloccare le azioni spontanee del soggetto”.
La bimba, insomma, continuerà a portare dentro di sé un po’ di quegli insegnamenti che le hanno dato quei meravigliosi genitori adottivi. Che a modo loro la hanno certamente amata come se fosse appartenuta davvero alla loro specie. E chissà che tra qualche anno non decida di dedicarsi lei stessa a loro, spiegandoci e dandoci modo di conoscere qualcosa in più del meraviglioso mondo degli animali: crescendo, in pratica, potrebbe trasformarsi da Mowgli al Dottor Doolittle. (B.P.)