Ricordate Bagheera la pantera nera? Ecco, il bellissimo micio nasce proprio da questa ispirazione, uscendo dalle pagine di Rudyard Kipling.
Originaria di Luisville, nel Kentucky, Nikki Horner allevava gatti dall’età di 16 anni. Negli anni cinquanta decise di realizzare un sogno: creare una razza felina il più possibile simile alla pantera di Kipling, col mantello completamente nero, senza marezzature o sfumature. Una pantera domestica, selvaggia e dolce allo stesso tempo: proprio l’affidabilità della personalità di Bagheera contrapposta al suo aspetto selvaggio è ciò che la Horner avrebbe voluto ricreare nei suoi gatti.
Per coronare il suo sogno, incrociò una delle sue femmine di Burmese con un maschio American Shorthair nero, poi procedette a un secondo accoppiamento incrociato, ima ci vollero anni di dura selezione prima che i micetti nati iniziassero a presentare una morfologia sempre più unica: la pelliccia si assottigliava e si faceva molto più morbida, mentre lo sguardo diventava luminoso e dorato.
L’evoluzione del gatto Bombay
Alla fine degli anni settanta le cucciolate consolidarono caratteristiche morfologiche e caratteriali costanti: era nata una nuova razza di splendide e affettuose “pantere da salotto”. La Horner volle chiamarla “Bombay”, dal nome della città natale di Rudyard Kipling.
Nel 1976 il Bombay fu riconosciuto definitivamente come razza felina in CFA e il suo standard fu approvato ufficialmente. La sua caratteristica distintiva è sicuramente il pelo, nero dalla radice alla punta e morbido al tatto, così lucido che viene descritto come “di vernice”. La tinta degli occhi deve variare tra il giallo oro e il rosso rame, considerato più prestigioso, e il peso è molto superiore rispetto a ciò che la taglia suggerisce: prendendo in braccio un micio bombay ci si sorprende, infatti, di quanto è pesante e possente la sua muscolatura. In più, è uno dei mici più affettuosi dell’universo felino: ama vivere letteralmente addosso al suo padrone.
Carattere del gatto Bombay
Dal Burmese ha ereditato il look esotico e l’affettività vulcanica, mentre dall’American Shorthair ha preso il buon carattere e la capacità di apprendimento: risponde al nome, impara molti giochi, è curioso e vivace, di buon temperamento, adorabile con i bambini piccoli, ma non ama molto i suoi simili, quindi se ne volete due dovete metterli insieme sin da cuccioli. Dotato di ottimo appetito, basta spazzolarlo una volta alle settimana o lucidarlo con una pelle di daino. Evviva questa bellissima pantera!
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Claudia Resta
Petpassion.tv – [email protected]