I numeri riguardanti le balene spiaggiate sulle coste italiane sono sempre più allarmanti. Una strage che dipende da diversi motivi, non solo ambientali
Ogni anno sono un centinaio i cetacei che si arenano sulle coste italiane.
Sono questi i tristi numeri di una morìa che solo in minima parte posso essere considerati come naturali. E’ infatti l’uomo, con i suoi comportamenti irrispettosi dell’ambiente e degli altri esseri viventi, a essere la causa principale di quella che è giusto definire “una strage”.
Capodogli e balenottere si spiaggiano quindi non per loro errori, ma a causa dell’inquinamento dei mari, le onde a media frequenza delle apparecchiature ‘sonar’, gli scontri con navi e l’impigliamento in reti e attrezzature da pesca.
Questi dati sono diffusi alla vigilia di una giornata di studi che si terrà venerdì 23 aprile presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo, alla quale interverranno esperti in gestione sanitaria e di patologia dei cetacei.
Un nuovo invito a prendere coscienza e a intraprendere la via del rispetto dell’ambiente e dell’impegno per la vita dei cetacei, giganti purtroppo fragili.