Originari di Cina del nord e Mongolia, questi piccoli roditori ( Cricetulus griseus) sono molto rari da trovare in Italia. Diviene animale domestico nei primi anni del 1900, catturato e venduto da un mercante pechinese come animale da compagnia. Purtroppo, però, per molti anni, viene utilizzato un po’ in tutto il mondo come topo da laboratorio, finché nel 1948, 10 maschi e 10 femmine vennero esportati dalla Cina alla Scuola Medica di Harvard, in America.
La loro particolarità, oltre all’aspetto, così simile a quello di un topo (appartengono alla famiglia dei criceti chiamata “mouse like” ovvero “come il topo”), sta nel fatto che sono arrampicatori particolarmente abili, e sono capaci di saltare molto in alto. Un’ulteriore unicità che li caratterizza è la presenza di 3 ghiandole: una ventrale (come i criceti Winter White, Campbell e Roborowsky) e due sui fianchi, come i criceti dorati. Le ghiandole in questi roditori sono difficili da intravedersi e vengono utilizzate per marcare il territorio e come richiamo sessuale.
La loro lunghezza va dai 10 a 12 centimetri, più due centimetri di coda (anche se i maschi sono leggermente più grandi delle femmine) e il loro corpo, piuttosto allungato, permette loro di passare tra le sbarre delle gabbie che si trovano comunemente in commercio. Per ospitarli, l’ideale sarebbero quelle di plexiglass, o i terrari, anche se loro preferiscono di gran lunga quelle tradizionali, dalle quali possono uscire a loro piacimento per scorrazzare liberi per casa! (Tenete comunque presente, nel scegliere la gabbia, che il loro ambiente naturale sono i terreni aridi che costeggiano i deserti).
Gli esemplari di questa specie sono generalmente dolcissimi, e quella di mordere non è decisamente una loro abitudine. Ma sono particolarmente paurosi e si spaventano con molta facilità, non sono quindi particolarmente adatti a bambini troppo vivaci.
In natura questi animali stanno svegli di notte e dormono di giorno (tranne d’estate, quando sono attivi anche di giorno), caratteristica che tendono a conservare anche in cattività, anche se, in questo caso, durante il giorno avranno dei brevi periodi di attività. Amano vivere in piccoli gruppi formati da 2-3 esemplari, ma la socializzazione deve avvenire quando sono cuccioli, prima dei tre mesi, altrimenti è matematicamente impossibile che accettino un compagno (senza contare che le femmine, quando non in calore, tendono ad essere molto aggressive con i maschi). In cattività possono vivere fino ai 3 anni. (B.P.)