Partito dal Friuli Venezia Giulia, il virus della rabbia silvestre ha ormai oltrepassato i confini con il Veneto, infettando i primi animali nel Cadore in provincia di Belluno. In Veneto è stata istituita un’unità di crisi per fronteggiare la nuova emergenza, ma intanto anche la Lombardia corre ai ripari: tutti gli animali che entreranno in Friuli, Veneto o Trentino Alto Adige insieme ai propri padroni, per lavoro o per le prossime vacanze natalizie, dovranno essere vaccinati contro la rabbia.
L’obbligo riguarda cani, gatti e furetti: “Siamo molti preoccupati – dice la presidente dell’ordine dei Veterinari di Milano, Carla Bernasconi -. Il virus si sta spostando da est verso ovest, non è escluso che nella prossima primavera con gli spostamenti delle volpi possa arrivare anche in Lombardia. La vaccinazione è l’unico modo per proteggersi”.
Con la rabbia non si scherza, è una malattia infettiva mortale sia per gli animali che per l’uomo, tanto facilmente prevenibile, con il vaccino appunto, quanto difficilmente curabile. Una volta che si è manifestata è letale, non lascia scampo. Nei paesi del terzo mondo uccide ancora 50mila uomini ogni anno.
Nel Veneto la vaccinazione è stata resa obbligatoria per tutti gli animali presenti sul territorio entro il 31 gennaio prossimo. In Lombardia l’obbligo riguarda solo chi intende recarsi con il proprio animali in quei territori; anche se la prudenza vorrebbe che si vaccinassero tutti, unico modo per opporre una resistenza all’espandersi dell’epidemia.
Per vaccinare il proprio animale è necessario contattare il proprio veterinario. Il costo varia dai 30 ai 40 euro. La vaccinazione, sicura e con rarissimi effetti collaterali, deve essere eseguita almeno 21 giorni prima del transito o permanenza nelle zone indicate. “Chi prevede quindi di recarsi durante le prossime vacanze in Veneto, Friuli Venezia Giulia e province di Trento e Bolzano – si legge nell’ordinanza – deve far vaccinare al più presto il proprio animale contro la rabbia, per la sicurezza di uomini e animali”.