L’adozione non consapevole di un animale comporta l’incapacità di gestirlo. Spesso accade nei casi di animali che raggiungono dimensioni inattese e per i proprietari risulta più facile, veloce ed economico liberarsi di loro: per questo motivo le tartarughe vengono abbandonate incoscientemente in laghetti, fiumi e canali con seri rischi per l’esemplare immesso nell’ambiente e per l’ambiente stesso. Abbiamo chiesto l’opinione dell’esperto di tartarughe Marco Marsili.
Un esempio estremo di gesto sconsiderato, che ha messo a rischio la salute di persone e animali a causa dell’immissione di una nuova specie esotica in un habitat differente da quello naturale, è il caso della tartaruga alligatore trovata nelle risaie milanesi. Abbiamo chiesto all’esperto di tartarughe Marco Marsili qualche consiglio su come comportarsi quando non si può più gestire la propria tartaruga.
Cosa fare se non si può più tenere una tartaruga?
Dovremo affidarla a persone capaci ed in possesso di un giardino nel quale possa essere ricreato un habitat consono alla vita dell’animale. Se non conosciamo nessuno in grado di poterla ospitare la dovremo consegnare al Corpo Forestale dello Stato o ad un Centro di Recupero. Non liberiamola assolutamente mai nell’ambiente! E’ un rischio enorme per l’ambiente e sanzionabile con multe molto salate.
Qual è il rischio per la tartaruga se questa viene abbandonata?
Per l’animale, se proveniente da zone dal clima analogo al nostro, i rischi in realtà sono quelli che corre qualsiasi essere vivente in natura.
Qual è il rischio per l’ambiente (e le altre specie) in cui una tartaruga viene abbandonata?
I pericoli maggiori sono proprio per l’ambiente. La tartaruga magari proviene da zone geograficamente lontane o isolate, dove lei e le sue consimili hanno sviluppato una resistenza a certi virus dei quali sono portatrici sane. Introdurre uno di questi animali in natura può avere conseguenze devastanti sterminando in poco tempo intere colonie di tartarughe. Altro rischio sono le ibridazioni con gli esemplari locali, di sottospecie diverse, che ne inquinerebbero per sempre il patrimonio genetico.
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Si ringrazia per l’intervista:
Marco Marsili
Esperto e scrupoloso allevatore di tartarughe terrestri ed acquatiche.
Marco nutre un particolare interesse per la specie Claudius angustatus, alla quale ha dedicato un sito Internet. Scrive articoli per la rivista Testudo Magazine. E’ socio della TSA e dedica parte del suo tempo ai centri di recupero con i quali collabora attivamente per la prevenzione dell’abbandono delle specie alloctone nel nostro territorio.
Marina Naddeo
Redazione Petpassion.TV