Detto, fatto! Vi avevamo parlato degli sconfortanti dati forniti da Aidaa sull’aumento delle truffe e dei reati via web aventi come oggetto gli animali. L’appello del presidente dell’associazione, Lorenzo Croce, esortava le autorità a un costante e severo monitoraggio della rete per colpire truffatori e coloro che incitano ai maltrattamenti sugli animali.
E ieri pomeriggio Aidaa non ci ha pensato due volte a presentare una denuncia alla procura della repubblica di Milano contro il motore di ricerca Google, accusato della diffusione di video contenenti combattimenti clandestini di cani e di altri animali.
La richiesta di Aidaa alla procura di Milano è di oscurare immediatamente le pagine del sito di Google dove sono contenuti i filmati dei combattimenti tra cani ed altri animali. Puntuale e severo è stato il commento di Lorenzo Croce che sottolinea la facilità con cui i video sono scaricati anche da minorenni. “E’ inconcepibile che un’importante motore di ricerca come Google abbia nella sua sezione video delle immagini di azioni che in Italia sono considerati reati penali punibili con il carcere – aggiunge il presidente nazionale di Aidaa e firmatario dell’esposto – siamo certi che Google non aspettera’ la decisione della procura ma che da solo oscurera’ queste pagine contenenti filmati di una violenza inaudita”.
Secondo la legge italiana il combattimento tra cani è un reato penale che rientra nel maltrattamento di animali ed e’ punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro. E’ prurtoppo un fenomeno piuttosto diffuso. Secondo i dati documentati dall’ultimo rapporto Zoomafie 2009, quello dei cani da combattimento è un settore della mafia che gestisce attività illegali legate al traffico o allo sfruttamento degli animali. In dieci anni, dal 1998 al 2008, sono state denunciate 431 persone e sequestrati 1041 cani.