La redazione di PetPassion riceve e pubblicata la denuncia dell’Associazione Co.Di.Ci. riguardo al trattamento subito dagli animali durante lo sgombero del campo nomadi romano Casilino 900
L’ennesima barbarie ai danni degli animali ad opera di ignoti si è consumata nelle scorse ore su quello che era, fino a un paio di mesi fa, il Casilino 900. Sede di migliaia di nomadi, stanziati ormai da decenni nella Capitale, il campo, tra i più grandi dEuropa, è stato sgomberato attraverso una maxi operazione voluta dallAmministrazione Comunale per restituire al territorio legalità e decoro.
”La mala gestione dell’intervento ha creato però non pochi problemi alla cittadinanza – commenta Valentina Coppola, Segretario Provinciale CODICI Roma – sporcizia, cumuli di macerie, immondizia, resti di baracche semi-demolite, cani abbandonati, questo è lo scenario che si presenta agli abitanti della zona o a chi si trova a transitare intorno all’area.
Inoltre, a seguito dello sgombero si è amplificato il problema del randagismo, già precedentemente segnalato dal Codici.
“I cani abbandonati sul territorio sono quasi tutti, o buona parte di essi, di grossa taglia – prosegue Coppola – i volontari continuano ad acquistare a loro spese, 8 kg di cibo al giorno per sfamare gli animali vaganti, purtroppo però la situazione sta degenerando. In data odierna sono state ritrovate dai volontari carcasse di cani con fori causati probabilmente dall’esplosione da colpi d’arma da fuoco, e, nelle scorse ore, è stata incendiata una baracca con all’interno un cane già dato dai volontari in adozione. Ovviamente la baracca si è rivelata una trappola mortale per lanimale, bruciato vivo”.
“Abbiamo verificato una situazione di estremo degrado e di illegalità nella zona, le Autorità rifiutano di intervenire adducendo problemi economici. E stato richiesto l’intervento della Asl veterinaria Roma B la quale si è attivata, a nostro avviso, con estremo ritardo rispetto all’urgenza del problema. Tra l’altro gli operatori giunti sul luogo, reputano non necessario procedere con la necroscopia in quanto, a loro giudizio, le morti dei cani e dei gatti non sono state provocate da spari.”
“Non è più tollerabile che si continui con questa politica lassista e facilona – conclude Coppola – le carcasse degli animali sono i corpi
del reato e come tali vanno trattati, per questo abbiamo inviato una nota a Morettini, direttore Asl RmB affinché si proceda con le dovute analisi. Se gli animali non sono stati uccisi da colpi d’arma da fuoco, visto l’ingente numero di carcasse ritrovate, allora è ipotizzabile che ci sia, tra gli animali, un’epidemia in corso e, per la salute dei cittadini, per il benessere degli animali superstiti e perché non scoppi un caso igienico-sanitario, è doveroso che la Asl faccia la sua parte”.