diavolo della tasmaniaIl diavolo della Tasmania è un marsupiale che oggi vive solo nell’isola più a sud di questo stato, ma un tempo era diffuso sull’intero territorio australiano. Trovò rifugio in quest’isola remota, per sfuggire allo sterminio da parte di molti allevatori, che lo ritenevano il principale responsabile della morte di molti capi di bestiame.

Vive in ambienti rocciosi e sebbene di indole aggressiva allo stato naturale, può, in condizioni di allevamento, essere facilmente addomesticato. Il nome deriva dall’abitudine che questo animale ha di emettere grida acute quando aggredisce una preda. E’ un cacciatore notturno e di giorno vive nascosto nelle foreste; costituisce anche un’attrazione per l’uomo in virtù della sua particolare conformazione fisica che lo rende somigliante a un topo, ma di grandi dimensioni.

Nel XX secolo fu riscontrata per la prima volta una rara malattia che stava mettendo in pericolo la sopravvivenza del Diavolo della Tasmania; nel 2008 l’Environment Protection and Biodiversity Conservation Act ha classificato questa specie come specie a rischio. Oggi il problema si ripropone in maniera più seria: un terribile cancro contagioso continua a minacciare la conservazione del diavolo della Tasmania.

Si tratta di un tumore facciale, definito con la sigla DFTD, che si manifesta con formazioni neoplastiche nella zona della bocca, che impediscono al marsupiale di alimentarsi. Per il momento i soggetti infetti sono stati catturati e isolati e sono stati catturati anche esemplari sani per salvaguardare il biotipo. Questo ha permesso di creare due “popolazioni di sicurezza“, capaci di perpetuare la specie.

Qual’è la causa di questa epidemia? I dati riportati sulla nota rivista “The Australian” rivelerebbero che negli individui malati è stata riscontrata la presenza di elementi chimici, di solito usati per prevenire gli incendi. Si tratta di sostanze molto nocive non solo per gli animali, ma anche per l’uomo.

Oltre ad indagare le cause e comprendere le modalità di trasmissione, ora è essenziale trovare in fretta un vaccino in grado di sconfiggere questo cancro; il rischio è che nei prossimi trenta anni i diavoli si estinguano completamente.

Come l’epidemia si sia potuta diffondere in questo modo, è ancora un mistero. L’università di Sydney sta svolgendo un lavoro incessante e meticoloso per comprendere a fondo il fenomeno e salvare la vita ai diavoli della Tasmania. I presupposti per le ricerche sono più che positivi. Occorre attendere i risultati dei prossimi mesi e sperare che la moria di questi roditori non proceda troppo più rapidamente della ricerca scientifica.