Oltre 2.500 cavalli selvaggi, i famosi Mustang delle praterie del Nevada, rischiano nel giro di un paio di mesi di essere chiusi nei recinti di Black Rock Range, in una zona montuosa a 100 miglia a nord di Reno, sempre in Nevada. A volere la reclusione e ad occuparsi della cattura dei Mustang, razza tipicamente americana e simbolo della conquista del West, è il Bureau of Land Management. Secondo il BLM l’eccessivo e incontrollato aumento di questi cavalli rischia di rovinare l’ecosistema della regione e danneggiare anche la salute dei cavalli stessi.
Nonostante l’ente assicuri che i cavalli saranno trattati nei migliori dei modi e con tutte le cure possibili, gli animalisti non hanno creduto alla “tesi ambientalista” e hanno protestato contro quella che loro hanno definito “deportazione di massa, non necessaria e inumana”. La brutalità con cui verranno bloccati questi splendidi animali, attaccano queste associazioni, provocherà loro gravissime lesioni ai garretti, danni che quasi sempre portano all’ abbattimento dell’animale. In più, spiegano che l’impatto dei cavalli sull’ambiente non è poi così rilevante. A detta degli animalisti dietro la decisione del BLM ci sarebbero esclusivamente ragioni economiche e precisamente il ben più fruttuoso pascolo dei bovini, dimenticando che sono proprio loro a provocare i danni peggiori.
La polemica è arrivata anche alla Casa Bianca ed è sostenuta da celebrità del calibro di Sheryl Crow e Viggo Mortensen che la settimana scorsa hanno scritto una lettera al presidente Barack Obama e al capogruppo democratico, eletto nel Nevada, Harry Reid per chiedere la libertà dei Mustang. Animalisti , star e cittadini possono appellarsi infine ad una legge approvata dal congresso nel 1971 che assicurava ai Mustang protezione federale e li definiva “simboli viventi dello storico spirito pionieristico del West“.