L’amministrazione del Comune di Torino ha deciso di dare un giro di vite al fenomeno, in costante crescita dell’utilizzo di cuccioli da parte degli indigenti costretti a chiedere l’elemosina. L’assessore all’Ambiente Roberto Tricarico chiarisce che, se l’elemosina non è un reato, “l’accattonaggio diventa vietato quando accompagnato dalla presenza di cuccioli di cani e gatti: uno stratagemma che molti utilizzano per vedere raddoppiate le proprie entrate”. L’amministrazione si era già dotata di un regolamento di tutela degli animali che vieta l’uso dei cuccioli; d’ora in poi questa pratica sarà vietata e verranno intensificati i controlli.
Come spiegano le associazioni animaliste, il fenomeno ha assunto proporzioni preoccupanti da quando gli zingari hanno cominciato a chiedere l’elemosina con cuccioli che all’occorrenza cercano anche di vendere. “E’ una pratica piuttosto odiosa – spiega Tiziana Berno dell’Enpa- perchè il cucciolo incute tenerezza, certamente più di un cane adulto, ed è quindi più facile ottenere l’elemosina”.
D’ora in poi non sarà più possibile per i mendicanti utilizzare come compagni di elemosina cani sotto i sei mesi o esemplari femmina in attesa di piccoli, per non parlare di cani in evidente stato di malnutrizione.
“I vigili passeranno al setaccio il centro – annuncia Tricarico – per sanzionare eventuali illeciti. Questo è il periodo in cui l’abuso è più frequente, basta infatti fare un giro in centro per scoprire cani vestiti da Babbo Natale o con il piatino legato al collare”.
Il regolamento a tutela degli animali era stato approvato da Palazzo civico già nel 2005. Si tratta di un documento molto dettagliato, che al momento della sua approvazione suscitò l’ironia di molti membri del Consiglio Comunale. Tanta scrupolosità ha però dotato la città di Torino di uno strumento di grandissima civiltà e le ha confermato il primato in materia di tutela dei diritti degli animali.