Molto spesso gli animali possono essere una grande ispirazione, soprattutto per l’arte, come noi di PetPassion TV sappiamo bene: è proprio quello che è accaduto per questa interessante mostra collettiva dedicata all’arte contemporanea, che prende spunto da un concetto delicato e pieno di bellezza come, appunto, il sorriso del gatto.
La mostra, curata da Manuela Lodi e Milena Zanotti, sarà inaugurata giovedì 8 ottobre alle 19,00, e durerà fino al 7 novembre, ospitata dalla Galleria Silvano Lodi & Due; la rosa degli artisti che esporranno è molto ampia, e comprende Giovanni Bruno, Leonida De Filippi, Mimmo Di Marzio, Giovanni Frangi, Luciana Gallo, Paolo Manazza, Andrea Micheli, Matteo Negri, Davide Nido, Michela Pomaro, Dany Vescovi.
Perché il sorriso del gatto?
L’idea è tratta da un intervista che Harold Rosemberg fece al celebre artista De Kooning.
Siamo nel 1948 e sprezzantemente Rosemberg chiede all’artista come si senta al cospetto di un genio del disegno come Rembrandt, visto che le sue opere astratte sono vendute a cifre impensabili – De Kooning chiarisce che lui, decoratore e disegnatore ostinato fin dalla tenera età, ora la pensa in un altro modo: “La conosci la storia di Alice nel Paese delle meraviglie? Ti ricordi che a un certo punto del racconto spunta fuori un gatto che sorride? Ecco -conclude De Kooning- Rembrandt è il gatto, ma io sono il suo sorriso!”.
Dalle sue parole, risaltava la misteriosa, inafferrabile qualità di qualsiasi grande opera, quale che fosse il suo contenuto, una qualità allusa da termini vaghi come ‘lirico’ o ‘sublime. Per tale artista il vero problema “non era tanto cosa si poteva dipingere ma piuttosto cosa non si poteva dipingere”.
Il vero punto di partenza è il sorriso: che differenzia l’arte intesa come espressione del proprio modo di sentire, ma anche di quello che ciascuno percepisce, al di là delle mode, tendenze, stili. L’arte come emozione, dunque, valore aggiunto, sorriso del gatto, che sorprende perché inatteso e unico. In altre parole: l’arte è il “come” non il “cosa”.
E’ definibile questo sorriso? No, perché altrimenti sarebbe calcolabile e non ineffabile, come solo il sorriso di un gatto può essere. Il percorso della mostra, dunque, sarà articolato a partire da questa impostazione, lasciando l’interpretazione del sorriso alla libera fantasia degli artisti: sfida entusiasmante e che vale sempre la pena di accettare. (F.M.)