Che il cane sia “il miglior amico dell’uomo” è ben più di un motto popolare. Spiega Gabriella Martini, direttore dell’Igiene veterinaria del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl, che «il successo del cane come animale da compagnia è sicuramente attribuibile all’enorme capacità comunicativa che questa specie possiede e che gli deriva dall’essere predisposto alla socialità della vita in branco».
Quando si ha un cane bisogna tuttavia rispettare alcune regole che sono alla base di un corretto rapporto di convivenza. In primo luogo il proprietario deve provvedere all’iscrizione all’anagrafe canina del Comune di residenza; «la norma — sottolinea Martini — serve per contrastare il fenomeno dell’abbandono di cani e del randagismo e prevede l’identificazione individuale degli animali (e di conseguenza del proprietario) mediante microchip. E’ il primo passo per ogni intervento sia sanitario che amministrativo, ad esempio il ritrovamento di un cane disperso. In questo senso, anche se non è obbligatorio, è consigliabile che l’animale riporti sempre sul collare, stampigliato o mediante piastrina, il nome e il numero di telefono del proprietario».
In questo periodo dell’anno invece l’urgenza riguarda un’adeguata gestione del periodo di vacanza in compagnia del proprio animale. Ma in vacanza con il proprio cane ci si può andare sempre e comunque? «Certo che sì — assicura Gabriella Martini —, purché si osservino alcuni principi importanti. Primo, anche per il cane come per tutti i viaggiatori, il cambiamento di ambiente è uno stress e quindi deve essere affrontato in perfette condizioni fisiche: è sconsigliabile affrontare un viaggio con animali non in perfette condizioni di salute e non adeguatamente vaccinati. Poi è utile rispettare un digiuno alimentare dalla sera prima della partenza e idrico di circa un paio d’ore prima. Soprattutto nei viaggi in auto bisogna fare soste ristoratrici in cui l’animale possa bere, muoversi ed espletare le necessità fisiche».
È inoltre opportuno informarsi circa i rischi sanitari connessi alla meta di destinazione, la maggior parte delle informazioni possono essere prese dal veterinario di fiducia. Infatti esistono patologie tipiche di specifiche aree geografiche. Ad esempio, in Sardegna è molto diffuso l’echinococco, un particolare tipo di tenia. Si può proteggere il cane evitando di somministrare cibi crudi e, al ritorno dal soggiorno, è meglio sottoporlo a una visita di controllo e all’esame delle feci.
In tutto il bacino del Mediterraneo (per l’Italia le zone sono Sardegna, Argentario, isola d’Elba, Sicilia e altre regioni del sud) il pericolo è rappresentato dal pappatacio, un insetto che può trasmettere la leishmaniosi. In tali zone è preferibile non far dormire il cane all’aperto durante la notte e fare uso di specifici antiparassitari sul pelo. Nel nord Italia o in territori umidi e pianeggianti come la pianura padana, bisogna proteggere il cane dalla filariosi cardiopolmonare, una malattia diffusa e pericolosa che si può prevenire somministrando al cane specifiche compresse.
Infine per chi si reca all’estero, è necessario vaccinare il proprio cane contro la rabbia considerato che in numerosi paesi, alcuni nell’area europea e molti nel resto del mondo, si riscontra ancora la presenza di questa pericolosa malattia. (G.M.)