Esce per i tipi Mursia in una collana dall’emblematico nome «Felinamente», il libro di racconti di una giovane filosofa: Federica Sgarbi.
Oltre ad essere una studiosa di Filosofia, Federica Sgarbi è da anni impegnata come volontaria nella rete delle oasi e dei rifugi felini. Proprio da questa pluriennale esperienza, corroborata dallo studio di pensatori la cui etica non trascura il tema della dignità dell’animale, nasce l’idea di scrivere racconti i cui protagonisti siano i gatti dell’oasi presso la quale l’autrice fa la volontaria. La comunicazione e la condivisione sono, infatti, a suo parere, tra i principali strumenti di sostegno alle strutture che si occupano di animali in cerca di casa.
«L’idea del libro è nata per condividere e coinvolgere», spiega Federica. «Per condividere le esperienze; per coinvolgere in situazioni talmente ricche che, se note, non possono lasciare indifferenti. Chiunque ami gli animali – e non importa quale tipo – è opportuno che conosca l’alternativa, così importante e preziosa per tutti gli ospiti dei rifugi, di adottare in questi luoghi».
In questo divertente pamphlet si parte dai gatti per arrivare a Buddha e Schopenhauer. L’autrice mostra come le idee di grandi pensatori si rivelino un valido aiuto per mettere a punto una strategia che porterà molti felini nelle case di nuovi proprietari umani. Ecco allora che l’etica kantiana si mescola con code e fusa, il pensiero di Plutarco con cucce e pelo. Ai racconti fanno seguito aforismi, citazioni più o meno note di tutti quei pensatori che, dall’antichità a oggi, hanno riflettuto su una questione tutt’altro che scontata, quella del rispetto per la dignità animale.
«Proprio Kant, già nel Settecento, aveva enfatizzato come l’osservanza dei doveri verso gli animali fosse profondamente legata all’osservanza dei doveri verso l’umanità. Ora sta a noi capire l’importanza di tutto ciò e valorizzarlo».
Della Filosofia e dei gatti è così la narrazione di un percorso che dai gatti delle oasi giunge al lettore, sollecitandone non solo l’interesse e la curiosità nei confronti del singolo caso, ma anche la riflessione su come ciascuno di noi può e deve dare il proprio essenziale contributo per migliorare la realtà in cui viviamo.
In chiusura del libro niente frasi altisonanti, ma la mail personale dell’autrice, un ulteriore monito a comunicare e condividere, ad estendere la rete del passaparola sul quale i tanti animali che soggiornano nei rifugi fanno grandissimo affidamento. (G. M.)