C’erano una volta una magia nell’aria, risate in abbondanza e litri e litri di zuppa che faceva venire l’acquolina in bocca. Ma un incidente lasciò il Re con il cuore spezzato, la Principessa piena di desideri e gli abitanti senza la loro zuppa. La luce del sole scomparve. Il mondo divenne grigio. In questa terra la speranza era perduta finché … non nacque Despereaux”.
Il libro, scritto da Kate Di Camillo, ha incantato dieci milioni di lettori, adulti compresi, così, le avventure dell’intrepido topino Despereax approdano finalmente sugli schermi cinematografici (dirette dal regista e sceneggiatore David Ross), in Italia a partire dal 24 aprile.
E’ “la storia di un topo, una principessa, una zuppa proibita e un rocchetto di filo”: Despereaux (che nella versione italiana del libro, pubblicato nel 2005, si chiamava “Meschino”) è un topo dalle orecchie smisurate, nato con un entusiasmo troppo grande per il suo piccolo mondo, che diventa amico di un ratto messo al bando, si innamora di una principessa solitaria e salva il Regno di Dor dalla tirannia dell’oscurità e del dolore.
A caratterizzare il protagonista non è il rischiare di far scattare le trappole per riuscire prendere il formaggio, o l’avventurarsi nelle grinfie degli esseri umani, ma il fatto che invece che rosicchiare le pagine dei libri, Despereaux le legga con attenzione.
E se al produttore chiedete perché abbia scelto proprio questo romanzo, vi risponderà che la sua umanità, il fatto che trattasse i bambini con dignità e che desse loro credito per la loro intelligenza e profondità. Ma anche il fatto che non ci siano personaggi solo ed esclusivamente cattivi: molti di loro lo diventano solo dopo essere stati offesi, e tutti si redimono attraverso il perdono. (B.P.)