Dieci milioni di famiglie italiane convivono con un animale, soprattutto cani e gatti, e non badano a spese per prendersene cura. Il fenomeno è in continua crescita.
L’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) ha presentato l’indagine “I veterinari e gli animali da compagnia in Italia – Edizione 2011”. A quattro anni dalla precedente indagine, emerge che i proprietari degli animali da compagnia, oltre dieci milioni di famiglie, sono un indicatore socio-demografico in grado di riflettere le esigenze e i comportamenti emergenti di una fetta consistente di società.
I medici veterinari del settore, 15.000 professionisti con 6.700 strutture, non sono più soltanto i garanti della salute animale, ma sono diventati i testimoni di dinamiche socio-economiche, meritevoli di interesse per politici, sociologi, giornalisti e addetti ai lavori.
Quali sono i rislutati del sondaggio?
La persona che vive con un animale in casa è in pervalenza:
- una donna fra i 45 e i 55 anni;
- possiede un cane o un gatto;
- appartiene a un nucleo familiare di due persone;
- ha un’occupazione professionale da lavoro dipendente;
- un grado di istruzione al di sotto della laurea.
La donna è anche la persona che porta il proprio animale dal veterinario sia per i controlli che per le vaccinazioni. Le persone che si recano dal veterinario sono più attenti all’assolvimento degli obblighi di legge e la presenza di un professionista di fiducia favorisce la messa in atto di comportamenti rispettosi delle norme in materia di identificazione obbligatoria e di registrazione in anagrafe canina.
Il sondaggio evidenzia che l’animale entra in famiglia prevalentemente come un regalo, seguono l’adozione e l’acquisto diretto, presso privati, negozi o allevamenti. Il gesto del dono è ancora molto diffuso, specie al Sud, e nei confronti di persone anziane, in pensione e che vivono da sole. Il proprietario anziano può avere maggiori difficoltà a garantire forme d’assistenza medico-veterinaria continuativa, per difficoltà economiche, ma anche per un diverso approccio culturale verso il benessere animale o per ragioni oggettive di mobilità.
Mancano campagne di informazione e di sensibilizzazione all’adozione da parte delle istituzioni pubbliche in collaborazione con le associazioni veterinarie e del volontariato. L’adozione consapevole rappresenterebbe una importante riposta al randagismo.
Nove proprietari su dieci seguono le indicazioni del proprio veterinario e l’ambulatorio e la clinica sono i punti di riferimento principali. La scelta del professionista è determinata in primo luogo dalla fiducia, poi dalla vicinanza all’abitazione e, infine, dalla comodità del parcheggio. Le principali qualità richieste al veterinario sono l’amore per gli animali, la competenza, la serietà e la disponibilità.
Maria Pezzillo
Redazione Petpassion.tv